Intervista a Riccardo Verza, giovane promessa del ciclismo

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(Fonte foto: www.ravenna24ore.it)
(Fonte foto: www.ravenna24ore.it)

Il Veneto è la terra madre del ciclismo e la Bassa Padovana può vantare i natali di un atleta molto promettente. Stiamo parlando di Riccardo Verza, diciottenne di Granze che aspira a diventare un ciclista di alto livello. La passione gli è stata trasmessa sin da piccolo dal papà, ex ciclista professionista e così, grazie anche a un amico di famiglia allenatore del Club Ciclistico Este, già a sette anni comincia ad allenarsi e a partecipare alle prime gare nella categoria dei Giovanissimi. Ora fa parte di una squadra trevigiana, il Team Brilla, ed è prossimo al passaggio nella categoria degli Under 23, vero e proprio trampolino per il professionismo: dopo l’anno obbligatorio verrà ingaggiato da una squadra e sarà professionista a tutti gli effetti.

Come funzionano i tuoi allenamenti?

“Mi hanno insegnato che il giorno in cui non ti alleni è un giorno perso, per questo motivo cerco di allenarmi quasi quotidianamente per almeno due ore, anche se il fattore meteo influisce abbastanza, soprattutto nel periodo invernale. Durante l’estate, invece, faccio uscite sia di mattina sia di pomeriggio integrando con la palestra insieme alla squadra. Da Junior facevo parte di una squadra di Verona ed essendo l’unico fuori zona mi allenavo da solo, ma al termine dell’anno scolastico mi trasferivo per tutta l’estate a Verona per allenarmi. Le squadre di Verona (Juniores) e Treviso (U23) hanno trovato un accordo per quanto riguarda allenatore e medico, che saranno in comune, quindi mi allenerò con entrambe facendo la spola tra le due città”.

Riesci a conciliare sport e studio?

“Frequento l’ITIS Euganeo di Este e riesco abbastanza a conciliare allenamenti e studio. Cerco di fare il possibile per essere preparato a eventuali compiti e interrogazioni e contemporaneamente avere almeno due ore per allenarmi”.

Bilancio di quest’annata?

“Nella stagione 2014 ho ottenuto nove vittorie, nel 2015 ne ho ottenute 11 ed entrambi gli anni ho partecipato al Mondiale; inoltre lo scorso anno sono risultato tra i più forti d’Italia nella categoria Juniores”.

Mi racconti qualcosa in più del Mondiale?

“Quest’anno si è tenuto a fine settembre a Richmond, in Virginia. E’ un’esperienza fantastica perché possono partecipare solo i migliori sei per categoria di ogni nazione, dagli Juniores fino ai veri e propri professionisti, è come un altro mondo. Io sono arrivato sessantesimo, ma il primo italiano ha ottenuto il sesto posto. Siamo partiti due settimane prima per la preparazione e per abituarci al fuso orario e abbiamo anche avuto la possibilità di percorrere il tragitto della gara; al sabato abbiamo gareggiato e la domenica siamo ripartiti per l’Italia. Ero l’unico della mia squadra di Verona, ma con gli altri ragazzi abbiamo comunque fatto gruppo, anche se in gara è difficile aiutarsi perché ci si conosce poco e c’è in gioco la vittoria che garantirebbe una maglia importante per tutta la stagione. Quando invece gareggio con i miei compagni c’è più gioco di squadra e ci si sacrifica l’uno per l’altro”.

Com’è organizzata la stagione?

“Dipende dalla categoria: la mia stagione comincerà a fine febbraio per poi concludersi a ottobre e avrò una gara a settimana. Si gareggia in tutta Italia e spesso anche all’estero, i circuiti sono misti”.

Qual è stata l’esperienza per te più significativa o che ricordi con più piacere?

“E’ difficile sceglierne una. A parte i Mondiali, sicuramente le vittorie più importanti: la cronometro a squadre e la cronometro regionale, a livello internazionale la gara a tappe tenutasi in Svizzera lo scorso maggio con la nazionale, nella quale ho ottenuto il quarto posto in classifica generale e la gara con le rappresentative di varie nazioni”.

Quali sono i pro e i contro di questo sport?

“Sicuramente sono un ragazzo fuori dalla norma perché non posso uscire con gli amici ogni fine settimana e fare tardi, ne risentirebbe l’allenamento del giorno dopo. Però se sei forte vivi grandi emozioni, per esempio quella della convocazione al Mondiale; grazie ai social network, poi, ci sono numerose persone che mi seguono e mi supportano e rappresentano certamente uno stimolo in più per allenarmi al meglio”.

Hai dei campioni di riferimento ai quali ti ispiri?

“Certo. Ammiro molto Bradley Wiggins, Chris Froome e il campione del passato Eddy Merckx”.

Per concludere, quali sono i tuoi obbiettivi futuri?

“Il salto di categoria che dovrò affrontare a breve sarà tosto, poiché ci saranno ciclisti di quattro o cinque anni più grandi e quindi con più esperienza, ma spero di riuscire a farmi notare e a lottare per i risultati”.