MONTAGNANA. Continua nella città murata la mobilitazione sul tema Pfas. Dopo aver spedito assieme agli altri gruppi organizzati della zona rossa oltre 300 richieste danni indirizzate a Miteni, l’azienda di Trissino sotto indagine per la contaminazione di un’ampia porzione di falda acquifera del Basso Veneto, il comitato dei genitori montagnanesi ha organizzato una nuova serata di approfondimento: si intitola “Pfas: il veleno invisibile” e si terrà lunedì 11 settembre al Villaggio della Gioventù. Durante la serata, che si preannuncia piuttosto partecipata, interverranno il dottor Gianni Fazio, medico dell’Isde, l’avvocato Edoardo Bortolotto, di Medicina democratica Onlus, e il dottor Francesco Basso, ex ispettore dell’Arpav ed esperto in siti inquinati.
Intanto prosegue l’impegno per arrivare a ottenere l’utilizzo di acqua di bottiglia per cuocere gli alimenti e dissetare gli alunni nelle mense scolastiche. «Il problema si può risolvere e alcuni istituti si sono già mossi autonomamente in questo senso. Sulla salute non si scherza, tutti i bambini devono avere gli stessi diritti. Attendiamo a breve la risposta dell’Amministrazione». Gli attivisti “Zero Pfas” saranno presenti con alcuni banchetti anche al Palio dei 10 Comuni: previste diverse iniziative tra cui attività di volantinaggio e la raccolta di offerte proprio per portare acqua priva di Pfas nelle scuole di Montagnana. Il gruppo dei genitori esprime invece dubbi sulla plasmaferesi, la procedura di filtraggio del sangue a cui coloro ai quali è stata riscontrata un’elevata concentrazione di Pfas nel sangue potranno sottoporsi da metà settembre negli ospedali di Padova e Vicenza: «Forse è davvero utile, ma ad oggi non c’è ancora adeguata letteratura scientifica a supporto di questo metodo. I costi economici sono alti e l’impatto psicologico sui nostri figli non è da sottovalutare».