
Sarebbe stato raggiunto l’accordo tra il Governo nigeriano e la setta islamica radicale Boko Haram per il rilascio delle 219 ragazze sequestrate il 14 aprile scorso. A renderlo noto le stesse autorità nigeriane, che hanno precisato come l’intesa preveda anche un cessate il fuoco nella regione.
Le studentesse erano state prelevate dalla scuola secondaria di Chibok, nello stato del Borno, nord-est del Paese, zona frequentemente battuta dai fondamentalisti. Un gruppo di uomini armati aveva eluso la sorveglianza dell’esercito ed era penetrato nel villaggio, incendiando diverse abitazioni e caricando le giovani su alcuni camion. Solo in poche erano riuscite a sottrarsi alla cattura. L’azione era stata poi rivendicata da Boko Haram, nome che tradotto significa: “L’istruzione occidentale è peccato”. Il gruppo, responsabile di numerosi attentati e rapimenti in tutta la Nigeria, aveva anche diffuso un video che documentava la conversione delle ragazze all’Islam, mentre il loro leader, Abubakar Sheka, aveva annunciato: «Allah mi comanda di vendere le donne e io le venderò». Segnali ben poco rassicuranti, che facevano temere il peggio. Nelle ultime ore, invece, la svolta positiva, giunta dopo quasi sei mesi di appelli e manifestazioni in ogni parte del mondo. Star dello spettacolo, dello sport e della politica si erano mobilitate sui vari Social, e anche a Este in molti avevano aderito alla campagna denominata #BringBackOurGirls: fuori dall’Istituto Atestino, per esempio, era stato appeso uno striscione che chiedeva a gran voce la liberazione delle liceali nigeriane.
Davide Permunian