
“Che brilli ovunque lo spirito di vita e non bagliori di morte”.
Questa la frase impressa nello striscione che ieri sera sulle strade di Arzergrande e Vallonga ha guidato la fiaccolata in memoria delle vittime del terrorismo. Una cittadinaza stretta, quella della Saccisica, raccolta per commemorare le vite spezzate nella strage di Parigi e per condannare il fondamentalismo islamico.
Nel corteo c’è anche Roudani Rehaily, padre di Meriem, la ventenne che a fine luglio è scappata di casa per raggiungere la Siria e combattere con lo Stato Islamico. L’uomo, la voce rotta dall’emozione, condanna l’Isis e i terribili fatti avvenuti a Parigi, ricordando però che l’Islam non è l’Isis. Infatti, come riporta Il Mattino, Roudani Rehaily afferma: «Io sono musulmano, noi siamo musulmani. Ma quello che è successo a Parigi è un crimine: non c’entra nulla con Allah». E continua: «Questi fatti mi rattristano ancora più. Nessuna religione spinge a uccidere: bambini morti e famiglie spezzate. Questo non è l’Islam».
Cristiani, atei e musulmani uniti per sperare in un futuro di pace: a giudicare dal numero di persone presenti ieri sera, sono in tanti a pensarla come il padre di Meriem.
