PADOVA. Nella Bassa Padovana praticamente non piove da quasi due mesi mentre nell’Alta l’irrigazione ormai ha i giorni contati e le scorte d’acqua stanno finendo. Si fa sempre più preoccupante l’emergenza siccità che sta interessando la provincia. Le difficoltà interessano in particolare gli allevamenti dove, a causa dello stress da caldo, le mucche stanno producendo fino al 20% circa di latte in meno rispetto alla norma. Per questi animali, infatti, il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi e ora ogni singolo capo è arrivato a bere fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi. Sono dunque già scattate le contromisure: in funzione ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare a sopportare meglio la calura. Simili accorgimenti comportano ovviamente un aumento dei costi delle stalle, che si aggiunge al calo delle produzioni.
Non va meglio sul fronte dell’agricoltura. «Ѐ l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, – conferma Giovanni Roncalli, direttore di Coldiretti Padova – ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Basta pensare alle soluzioni messe in atto anche dalle nostre aziende agricole per fronteggiare la scarsità d’acqua e le alte temperature, affrontando investimenti notevoli per le tecniche di irrigazione che consentono di salvare le strutture». Serve, allora, «un sostegno concreto dal punto di vista economico per prevenire le emergenze: interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico».
«Dopo una primavera segnata dalla scarsità di precipitazioni e dai fiumi in secca – ricorda il presidente Federico Miotto – ora facciamo i conti con un’estate che si annuncia arida e con una situazione che riporta in primo piano il problema ormai strutturale dell’emergenza idrica. In questa situazione drammatica stiamo lavorando con gli amministratori dei Consorzi di Bonifica affinché venga messa in pratica una strategia di intervento che tenga in considerazione la realtà complessiva del nostro territorio. Oggi più che mai è necessaria una regia regionale, e l’Anbi Veneto in questo senso può dare un contributo prezioso, per dare concretezza, tutti insieme – Consorzi, Regioni e amministrazioni locali – agli interventi strutturali per far fronte agli eccessi del clima, dalla rete irrigua alla sicurezza idraulica, salvaguardando il territorio e l’attività agricola che risente di una programmazione frammentaria e non organica».