
I sindaci dei Comuni vicentini e padovani colpiti dall’inquinamento da Pfas (le famigerate sostanze perfluoroalchiliche), riunitisi stamattina presso la sede del Centro Veneto Servizi di Monselice, hanno sottoscritto e inviato due lettere, rispettivamente al Ministero dell’Ambiente e all’Arpav (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Veneto). Obiettivo: controllare il danno ambientale prodotto e prevenire ulteriori pericoli per ambiente e salute.
Il fronte chiede al Ministero di dare inizio ad azioni concrete per la rimozione della fonte contaminante, adottando misure di prevenzione e di ripristino, e di chiarire se i valori soglia determinati dall’Istituto Superiore della Sanità per la concentrazione di Pfas nelle acque destinate al consumo umano e nelle altre matrici ambientali debbano essere assunti a parametro normativo di riferimento per l’avvio delle procedure di bonifica. All’Arpav, invece, i sindaci chiedono di comunicare quali siano le concentrazioni di Pfas nei terreni, nelle acque sotterranee e nelle acque superficiali dei territori comunali e di definire il perimetro complessivo del fenomeno di deterioramento ambientale, in modo da poter valutare nuove iniziative a tutela della salute e dell’ambiente. All’Agenzia regionale i Comuni chiedono inoltre di stabilire se esista effettivamente un nesso causale tra il rilascio di tali sostanze nell’ambiente e l’attività della Miteni Spa, azienda chimica di Trissino (VI).
Nella loro azione, i primi cittadini sono affiancati dal Consiglio di Bacino ATO Bacchiglione e dai Gestori del servizio idrico integrato, Acque Vicentine e Centro Veneto Servizi, che hanno già avviato un’azione congiunta nei confronti dei soggetti inquinatori per ottenere il risarcimento dei danni, ossia delle somme spese per far fronte all’emergenza e all’approvvigionamento di acqua di buona qualità da fornire ai cittadini. I Comuni interessati dalla problematica Pfas e sottoscrittori delle due lettere sono Megliadino San Fidenzio, Montagnana e Urbana per la provincia di Padova; Agugliaro, Alonte, Asigliano, Campiglia dei Berici, Orgiano, Pojana Maggiore e Sarego per la provincia di Vicenza.
«La nostra iniziativa» sottolinea il sindaco di Montagnana, Loredana Borghesan, «è l’inizio di un’attività di ricerca dei responsabili in vista di un risarcimento dei danni. Sia dal punto di vista della salute dei nostri cittadini, sia dei risvolti economici per il danno a territori come i nostri, che vivono delle eccellenze nella produzione agroalimentare. Questo è un primo passo, ora dobbiamo andare alla ricerca di soluzioni definitive, perché il nostro obiettivo resta quello di portare a zero i livelli di Pfas nell’acqua che i cittadini bevono». «Chiediamo che sia fatta chiarezza su chi ha causato questo problema» le fa eco la collega di Megliadino San Fidenzio, Daniela Bordin. «E’ urgente intervenire con azioni di ripristino perché non venga messa a repentaglio la salute dei nostri cittadini».