MONTAGNANA. Una raccolta firme per chiedere «acqua pulita per i nostri bambini». È quella organizzata a Montagnana dal comitato “Zero Pfas”, che ha aderito a due petizioni promosse da Legambiente: la prima rivolta al presidente della Regione con l’obiettivo di far rifornire il territorio da fonti non interessate dalla contaminazione e la seconda diretta ai ministri di Ambiente e Salute e finalizzata a normare secondo valori più restrittivi la presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque di falda. I banchetti erano presenti domenica in piazza Vittorio Emanuele II, ma si potrà firmare anche in diversi esercizi commerciali del centro entro il 28 giugno, esibendo un documento d’identità.
«Sapere che il nostro territorio è “avvelenato” fa male a tutti e siamo chiamati in causa tutti. Domenica hanno firmato anche persone di schieramenti diversi e vorremmo davvero che fosse così che si affrontasse questo problema: pensando esclusivamente al bene comune senza divisioni di sorta» scrivono i promotori del comitato costituito dai genitori di Montagnana, che sottolinea la sua indipendenza da qualsiasi forza politica e ha già messo a punto opuscoli e materiale informativo. A breve termine, cioè entro settembre, l’obiettivo del gruppo è quello di ottenere l’utilizzo di acqua di bottiglia per cuocere gli alimenti e dissetare gli alunni nelle mense scolastiche. A medio-lungo termine, invece, la volontà è di far sì che la zona sia riforinita da fonti non inquinate. Sotto questo profilo, a livello istituzionale al momento l’ipotesi più accreditata resta il piano di prosecuzione verso il Montagnanese della condotta proveniente da Carmignano di Brenta e che ora si ferma a Ponso. «Ringraziamo il sindaco Loredana Borghesan per aver sottoscritto la petizione e il consigliere Matteo Mardegan per il suo contributo. Il rispetto dei limiti di legge previsti per la presenza di Pfas a noi non basta: chiediamo che l’acqua sia completamente libera da queste sostanze. Attendiamo quanto prima risposte concrete per tutelare la salute dei nostri figli».