
ROMA. Una delegazione composta da alcuni rappresentanti del comitato “Zero Pfas” della città murata e dei gruppi “Mamme NoPfas – genitori attivi zona rossa”, accompagnata dall’avvocato Edoardo Bortolotto (Medicina Democratica) e dal perito chimico Loretta Cadaldini, ha incontrato mercoledì pomeriggio a Roma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, affiancato da alcuni tecnici. Il faccia a faccia, che si è svolto in un clima cordiale, è durato più di due ore e ha permesso ai rappresentanti dei comitati di ottenere chiarimenti su diverse questioni relative all’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche, problema che interessa almeno duecentocinquantamila persone comprese tra le province di Vicenza, Verona e Padova. L’abbassamento dei limiti di legge, la bonifica di Miteni, la contaminazione delle matrici alimentari, il danno economico subito dai cittadini e i progetti per la sostituzione delle fonti di approvvigionamento idrico i principali temi affrontati.
«Siamo stati accolti in un clima di ascolto e dialogo costruttivo, caratterizzato da franca schiettezza. Abbiamo appurato che per quanto riguarda gli interventi sulla rete acquedottistica dalla Regione il 23 settembre scorso sono state inviate a Roma solo “idee progettuali” non finanziabili – affermano i rappresentanti del comitato “Zero Pfas”. Accusa, questa, subito respinta con decisione dall’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin: «La Regione ha inviato la documentazione completa, corredata da una corposa relazione tecnica, contenente anche gli elaborati grafici, che descrive le opere, per la precisione 19, individuando per ognuno di essi descrizione, lunghezza, diametro, portata, costi, tempi e priorità. Il ministero ha quindi in mano da tempo il programma definitivo degli interventi, con l’indicazione dei cronoprogrammi di attuazione e la determinazione dei relativi costi. Anzi, ha anche elaborati grafici e relazione tecnica. Il Governo, dopo un anno di promesse, non ha ancora sbloccato i fondi».
Mentre continua il rimpallo di responsabilità tra Stato e Regione, i comitati premono perché si faccia presto. «Siamo contenti che i nuovi filtri abbiano ridotto in modo considerevole la concentrazione di questi composti, ma si tratta di una soluzione di carattere temporaneo. Noi pretendiamo che il problema sia risolto alla radice, realizzando le opere necessarie a fornirci stabilmente acqua sicura e provvedendo alla bonifica completa di Miteni. Bonifica che riteniamo debba avvenire sotto la supervisione dell’Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ndr)». A questo scopo sempre mercoledì a Venezia una delegazione di Legambiente e del gruppo “Mamme No Pfas” ha consegnato all’assessore alla Sanità Luca Coletto e allo stesso Bottacin 15 mila firme raccolte. La petizione sostiene fra le altre cose anche l’opportunità di nominare di un commissario straordinario per velocizzare l’attuazione degli interventi.