ESTE. Tutti i bambini del mondo, o perlomeno quelli appassionati di calcio, sognano di diventare un giorno i nuovi Messi, Neymar o Cristiano Ronaldo. In pochissimi, al contrario, aspirano a seguire le orme dei vari Collina, Rizzoli e Rocchi. Ma la figura dell’arbitro è fondamentale tanto quanto quella del calciatore: senza di essa, non si gioca. Preferire una divisa e un fischietto alla gloria del gol all’ultimo minuto, di questi tempi, è una scelta coraggiosa, ma grazie alla sezione Aia (Associazione italiana arbitri) di Este è possibile inseguire il proprio sogno anche nella nostra zona.
Scatterà infatti venerdì 4 maggio il nuovo corso arbitri organizzato dalla sezione atestina intestata a Giuseppe Archita, fondata nel 1977 e punto di riferimento per tutta la Bassa Padovana, con circa 90 associati all’attivo tra osservatori, arbitri di calcio e di calcio a 5. Il corso, uno dei due organizzati durante l’anno – l’altro prende solitamente il via a ottobre – è completamente gratuito e rivolto a ragazzi e ragazze dai 15 anni in su. Dodici le lezioni in programma, il martedì e il giovedì dalle 20.45 alle 22.00, presso la sede della sezione al “Paleste” di via Baden Powell, che prepareranno gli aspiranti fischietti all’esame finale, composto da un “quizzone” e da una prova orale di conferma. Responsabile del corso è Nicola Ramazzotto, membro del consiglio direttivo e arbitro nel campionato di calcio di Seconda Categoria (per info e iscrizioni, ancora aperte: 347 1272978 – [email protected]).
«La carriera del neo arbitro, una volta superato l’esame, comincia dalle categoria giovanile dei Giovanissimi provinciali» spiega Ramazzotto. «Durante le prime partite viene seguito da tutor esperti, per poi salire rapidamente di livello se dimostra di essere in gamba». La promozione a fischietto di livello regionale arriva con il passaggio tra Seconda e Prima Categoria, quando le designazioni arbitrali diventano compito del Cra (Comitato regionale arbitri) Veneto. E così via, fino all’accesso all’élite delle Can (Commissioni arbitri nazionale) di Serie D, C, B e A. «Più si sale di livello, più i requisiti comportamentali, fisici e di età diventano stringenti. Un arbitro esordiente in Serie A, solitamente, non ha più di 30 anni». Punte di diamante della sezione atestina, nel recente passato, l’arbitro Luca Candeo e l’assistente Ilie Rizzato, entrambi in Serie C di calcio, ma anche il presidente Enrico Zago e Simone Nale, rispettivamente fischietti di Serie A e Serie B di calcio a 5.
Qual è il profilo ideale per un aspirante arbitro? «È un percorso meritocratico che possono intraprendere tutti: bastano personalità e voglia di far bene» afferma Ramazzotto. «Con la nostra iniziativa di sezione siamo andati nelle scuole superiori del territorio per incontrare i giovani e avvicinarli al nostro mondo. Lo stesso Ministero dell’Istruzione ha riconosciuto che i ragazzi e le ragazze che svolgono questa attività sono più disciplinati, hanno uno stile di vita più sano e registrano miglioramenti nel rendimento scolastico, nella capacità organizzativa e gestionale, nella vita di tutti i giorni. Basti pensare che in campo sono spesso chiamati a dover gestire anche 50 persone contemporaneamente e prendere decisioni importanti in poche frazioni di secondo». Gli incentivi non mancano: rimborso spese per ogni partita diretta (la somma varia in base alla categoria e ai chilometri da percorrere per raggiungere la sede del match) e accesso gratuito in tutti gli stadi d’Italia.
Passare la domenica a gestire decine di persone piuttosto litigiose e poco inclini ad accettare decisioni sfavorevoli non è comunque l’aspetto più impegnativo dell’essere arbitro. «La vera sfida è conciliare questa passione con gli impegni familiari e lavorativi. Ma la capacità gestionale sviluppata sui campi di gioco consente di cavarsela bene anche qui» assicura Ramazzotto. Per dirimere le questioni tecniche più spinose, invece, ogni due lunedì la sezione organizza una riunione tecnica obbligatoria (Rto; nel febbraio 2015 fu lo stesso Nicola Rizzoli a tenerne una) durante la quale vengono ripassati di volta in volta i vari punti del regolamento, anche prendendo spunto da episodi recenti, vedi il discusso calcio di rigore concesso all’ultimo minuto al Real Madrid contro la Juventus, in occasione della partita di ritorno dei quarti di finale di Champions League di qualche settimana fa: «In termini di regolamento è calcio di rigore. Quella dell’arbitro Oliver è stata sicuramente una decisione molto coraggiosa, ma ineccepibile: se c’è un fallo il penalty dev’essere sempre fischiato, qualsiasi sia il momento della partita».