Le giuggiole di Arquà e lo zucchero di Pontelongo tra i tesori del gusto dei piccoli Comuni

I due prodotti tipici hanno partecipato alla prima rassegna dei prodotti tipici dei Comuni con meno di 5 mila abitanti, che ha aperto l'anno nazionale del cibo italiano

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ROMA. C’erano anche le giuggiole di Arquà Petrarca e lo zucchero di Pontelongo fra i “tesori del gusto” che hanno partecipato questa mattina alla prima rassegna dei prodotti tipici dei Comuni con meno di 5 mila abitanti, organizzata da Coldiretti e Fondazione Symbola al Centro Congressi di Palazzo Rospigliosi, a Roma.

L’evento ha aperto l‘anno nazionale del cibo italiano, proclamato su iniziativa dei ministri Dario Franceschini (Beni, attività culturali e turismo) e Maurizio Martina (Politiche agricole e forestali). La mostra rappresenta una vera e propria “mappa gourmet” dei tesori nascosti nei 5.567 borghi d’Italia che raccontano la storia di un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione locale ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori del Belpaese. Dalla tipicità dei Colli Euganei si ottengono marmellate, grappe e confetture al celeberrimo liquore; a Pontelongo si lavorano invece quintali di barbabietole in quello che è, probabilmente, l’ultimo zuccherificio ancora in funzione in tutta Italia.

A sostenere i due prodotti tipici è arrivata anche una delegazione da Padova, guidata dal presidente provinciale di Coldiretti Federico Miotto: «A Padova, è bene ricordarlo, ben 50 Comuni su 104 contano meno di 5 mila abitanti, ma vantano un’agricoltura viva e dinamica» sottolinea il numero uno dell’associazione di categoria. «L’agricoltura non solo mantiene vivi questi Comuni, ma li rende anche “famosi”, visto che spesso questi prodotti sono accompagnati dal nome del Comune d’origine». Imprese agricole locali che pertanto rappresentano una «straordinaria opportunità: un’economia misura d’uomo che punta su comunità e territori, sull’intreccio fra tradizione e innovazione, fra vecchi e nuovi saperi. Qui si producono la maggior parte delle nostre Dop e Igp e dei nostri vini più pregiati, insieme a tanta parte di quel made in Italy apprezzato a livello internazionale».