
Valorizzazione e tutela dell’identità territoriale: è questa la direzione intrapresa da Elvio Bonollo, recentemente riconfermato alla guida dell’Istituto Nazionale Grappa.
«Ringrazio per la fiducia che mi è stata rinnovata, è il riconoscimento per il lavoro che insieme al Consiglio abbiamo portato avanti negli anni» dichiara l’imprenditore padovano esponente di quarta generazione della famiglia produttrice di grappa. «Alcuni degli obiettivi che ho proposto e condiviso durante il mio primo mandato sono ancora attuali e l’intenzione è quella di proseguire in questa direzione al fine porre le basi per la tutela e la promozione che la nostra acquavite di bandiera – l’’Indicazione Geografica Grappa – si merita».
In chiave estera, l’obiettivo primario del secondo mandato Bonollo è la programmazione di un piano di controllo efficace in grado di difendere l’autenticità del Made in Italy. In merito a ciò, il presidente rieletto confida: «Il fatto di avere la produzione della grappa all’interno del territorio italiano, ci permette di garantire al consumatore l’autenticità del profilo organolettico. Un aiuto in tale direzione potrebbe arrivare già con il citato decreto del Mipaaf, che di fatto introduce dal 1 agosto prossimo regole più rigorose sull’imbottigliamento del prodotto grappa al di fuori della zona di produzione a tutela del consumatore che richiede autenticità del prodotto e quale strumento di contrasto alle contraffazioni».
La rielezione a presidente dell’Istituto Nazionale Grappa dell’imprenditore padovano è motivo di orgoglio per il Veneto e non solo: «Elvio Bonollo è uno dei simboli veneti delle produzioni di qualità» dichiara il governatore Luca Zaia «Parliamo di un prodotto di vertice della qualità veneta e nazionale che, per le sue caratteristiche, se non è di qualità non può esistere. Condivido perciò i tanti obiettivi che Bonollo ha di fronte a sé in questo secondo mandato, e in particolare il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Grappa – IGO, una garanzia irrinunciabile contro sofisticazioni e taroccamenti che tanto male fanno ai nostri bravi produttori».