Hai voluto la bicicletta? Ora pedala!

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Luci posteriori rotte e mancanti.

Che bello farsi un giretto in bici ogni tanto. In questi giorni poi, con un sole stupendo, come si può rinunciare? Ebbene si può.
Nel dettaglio, sellino e pedali mancanti
Nel dettaglio, sellino e pedali mancanti

Girando per le vie di Este, molti sono i posti in cui si possono vedere le famose “bici rosse”, le biciclette del servizio di Bike Sharing iniziato dal comune. Un servizio fatto per agevolare chi ha necessità di un mezzo veloce per spostarsi, o anche per chi ha subito un furto di bicicletta alla “decadente” Stazione Ferroviaria di Este. Infatti, sono molti gli studenti che hanno pensato di pagare quel tot di euro al comune per il noleggio di queste biciclette. Chi per paura di lasciare il proprio mezzo in stazione, chi perché non lo ha più trovato, chi perché ha semplicemente voglia di utilizzare un servizio del genere: insomma, la realtà è che il Bike Sharing ha fatto successo…per poco tempo.
Nel dettaglio, i cavi della dinamo sono tagliati\scollegati
Nel dettaglio, i cavi della dinamo sono tagliati\scollegati

Sellino mancante, telaio arrugginito, luci di posizione bruciate e\o mancanti, dinamo non funzionante, cestino rotto e\o deformato, raggi tagliati, gomme distrutte. Questi sono solo alcuni dei problemi che hanno TUTTE le biciclette del servizio di Bike Sharing, nessuna esclusa. La lista sarebbe così lunga che è impensabile di mettere qui tutti i problemi. Ora provate a pensarci: siete appena smontati dal treno, con passo deciso andate a prendere la vostra bici mentre scherzate col vostro amico sulla possibilità che qualcuno nel frattempo può avervi rubato il vostro “bolide”, e vi accorgete che il destino ha voluto che fosse realmente così. Delusi ed amareggiati, andate in comune, pagate la quota per avere la chiave universale del servizio, e prendete una bici: la migliore che c’è ha un cerchione storto e la dinamo che non funziona. Siete contenti di aver pagato per avere una bicicletta che non rispecchia minimamente le aspettative che avevate? Io non credo.
Sellino mancante...e pure il parafango posteriore
Sellino mancante…e pure il parafango posteriore

La mancanza di manutenzione, di pulizia, di controllo da parte di coloro che hanno istituito questo “progetto incompleto” è inaccettabile e vergognosa. Il Bike Sharing è un servizio pubblico, quindi si presume che tutti ne possano usufruire, e questo vuol dire che il servizio deve almeno essere accettabile e che l’utente ne sia soddisfatto. Ma, a quanto sembra, è più soddisfacente girare in bici senza sellino.
Federico Prescianotto

3 Commenti

  1. Per non parlare del fatto che ogni bici va ricollocata nella sua posizione originaria e non in una qualsiasi delle postazioni del bi ke sharing (come avviene ad esempio col servizio del bike sharing di Milano)

  2. Non vi pare che oltre alla giusta sottolineatura della precaria situazione delle biciclette e della altrettanto giusta necessità di fare manutenzione alle biciclette, sarebbe altrettanto giusto domandarsi quale sia il grado di inciviltà che i nostri concittadini hanno raggiunto per ridurre in questo modo le biciclette? Vi sembra ammissibile che simili atti di vandalismo passino come un comportamento normale? Vi sembra normale che per ogni opera pubblica sia necessario dover ipotizzare un controllo a vista dei materiali? Pensate che per ogni postazinoe di biciclette sia necessario mettere una videocamera? E chi dovrebbe accollarsi i costi di una misura simile per contrastare l’inciviltà dei cittadini? La comunità ovviamente! A questo punto mi viene invece da pensare se abbia senso mantenere un servizio che invece che risultare una opportunità diventa un maggiore costo per tutta la comunità! E non sono certo i 10 euro di cauzione che pagano i costi dell’inciviltà e del vandalismo!

  3. L’efficienza per un servizio di questo tipo si raggiunge solo a determinate condizioni, non possibili col solo contributo del “pubblico”. Non mi esprimo sulla entità dell’investimento iniziale e sulla qualità dei materiali, non avendo informazioni a riguardo e non essendo un tecnico, ma ad occhio pare che non siano bici adatte ad un uso intensivo e costante. Sebbene il prezzo popolare sia un incentivo e possa essere stato dettato dalla volontà di lanciare un segnale di vicinanza della amministrazione alla cittadinanza, esso non permette di far fronte alla manutenzione o al miglioramento del servizio. Prevedere una ripartizione dei costi che gravi maggiormente sugli utenti, e non sul fornitore del servizio, sarebbe un buon inizio (con buona pace degli utenti che potrebbero esprimere delle perplessità e di chi pensa che un servizio pubblico debba essere quasi gratuito). La qualità passa anche dalla responsabilizzazione di chi lo utilizza, sia essa si concretizzi attraverso norme di comportamento che attraverso la richiesta di un prezzo congruo per il servizio offerto.
    Nel mio commento precedente citavo il servizio di bike sharing di Milano (www.bikemi.com).
    Certo la distanza tra la due situazioni é notevole, ma quello meneghino rappresenta un esempio di modello sostenibile in quanto é dinamico: pago quanto uso e non ho quella chiave di quella bici, di quella postazione.

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