Gender Pay Gap: le donne guadagnano meno

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(Foto: www.applegate.co.uk)
(Foto: www.applegate.co.uk)

Care donne, lo sapete che dal 2 novembre scorso fino a Capodanno farete del volontariato pur lavorando? No, non si tratta di uno scherzo ma ciò che emerge da un rapporto della Commissione europea sul “Gender pay gap” ovvero la differenza di salario fra uomini e donne. In occasione dell’European Equal Pay Day, la CE ha fatto sapere che le lavoratrici europee vengono retribuite il 16,3% in meno per ora lavorata rispetto ai colleghi maschi che, tradotto in concreto, vorrebbe dire lavorare gratis da qui fino al 31 dicembre. Questo divario incide ancor più pesantemente sulle pensioni, infatti se “il divario di retribuzione tra donne e uomini è già ingiusto, ingiustificato e inaccettabile nel breve termine, in tutta la carriera di una donna, accumulandosi si traduce in un divario pensionistico ancora più significativo, con pensioni delle donne inferiori del 39% rispetto a quelle degli uomini» scrive la Commissione Europea.

E tutto ciò risulta ancora più assurdo se si considera che le donne non lavorano meno degli uomini, non scelgono lavori meno retribuiti e non sono meno istruite dei colleghi maschi (il 60% dei laureati in Europa sono donne). La realtà dei fatti è che le paghe orarie delle donne sono minori di quelle degli uomini, che il numero di ore di lavoro retribuito è inferiore così come i tassi di occupazione e questo perchè si sa, le donne dedicano gran parte del loro tempo anche a quel lavoro non retribuito in termini di denaro: cura dei figli, della famiglia, degli anziani e della casa. Spesso sono costrette a scegliere tra la famiglia e il lavoro, tra la crescita dei figli e l’avanzamento nella carriera lavorativa, come se per una donna ci debbano essere solo due strade: dedicarsi alla carriera e restare “sole”, oppure partorire figli e votarsi esclusivamente a loro e alla casa. Emblematica è la notizia di qualche giorno fa di un colloquio terminato all’improvviso dopo il rifiuto di una ragazza di rispondere alle domande “Sei sposata?” “Hai figli?”.

Secondo i dati diffusi dall’Ue, l’Italia risulta uno dei paesi più virtuosi dell’Unione Europea con un divario retributivo di genere medio del 7,3%, dietro Slovenia, Malta e Polonia. “I gap elevati nella partecipazione al mercato del lavoro fra donne e uomini si traducono in diseguaglianze di profitti fra i due sessi, e creano diseguaglianze nei redditi” afferma il Fondo monetario internazionale che ha proposto delle soluzioni per cercar di colmare il divario tra donne e uomini. Come si legge sull’Huffington Post ”i quattri pilastri” di cui parla l’Fmi sarebbero: la rimozione delle restrizioni legali basate sul sesso, la revisione delle politiche fiscali per incoraggiare le donne a entrare nel mercato del lavoro, la creazione di spazio nei budget pubblici per le spese prioritarie quali le infrastrutture e l’istruzione, e l’attuazione di benefit per le famiglie.

Negli ultimo 20 anni il divario tra uomini e donne è calato in media di otto punti percentuali nei paesi Ocse e parte di questo risultato è dato da una maggior disoccupazione maschile causata dalla crisi finanziaria. In termini di divario salariale invece, il gap si è ridotto di 4 punti percentuali. Il problema però rimane: le donne in media continuano a guadagnare il 15% in meno rispetto agli uomini.