Quanto ne sappiamo davvero sul consumo di plastica? Questa è stata la domanda che ci ha accompagnati durante “Este Plastic Free” di domenica 20 ottobre. Noi di Estensione eravamo presenti con uno stand informativo che proponeva questionari e quiz sul consumo di plastica, per sensibilizzare in maniera ludica a un consumo consapevole. Conoscere il quantitativo medio di plastica utilizzata ogni giorno, quanta finisce poi in mare e quali sono le alternative possibili, sono solo alcuni dei quesiti che abbiamo messo nero su bianco per l’occasione. Una volta terminato l’evento e incrociati tra loro i dati raccolti, siamo in grado di darvi qualche numero.
Oltre al sondaggio Instagram, per la giornata di “Este Plastic Free” è stato realizzato un questionario dal titolo “Estensione #sidifferenzia” da svolgere in loco al nostro stand informativo. L’obiettivo principale delle domande era quello di raccogliere opinioni, impressioni e idee personali dei partecipanti sulla questione plastic free. Oggi, come mai prima d’ora, i riflettori sono puntati sulle azioni virtuose da mettere in pratica ma anche e soprattutto su chi dovrebbe metterle in atto.
La prima domanda rivolta ai partecipanti riguardava proprio le figure in grado di dare un contributo maggiore ed efficace alla causa: il 57,8% ha risposto che gli attori principali sono i cittadini mentre il 20% ritiene siano le istituzioni il motore trainante. Se è vero, quindi, che sono le singole persone a dover utilizzare in maniera più consapevole la plastica, e non solo, è anche vero che la consapevolezza inizia da ciò che compriamo. I dati del sondaggio lo confermano: l’84%, infatti, ritiene importante se non importantissimo considerare il materiale di imballaggio di un prodotto in fase di acquisto. Tanto più che il 94% è convinto che una confezione non in plastica garantirebbe le stesse funzionalità e la sicurezza per il contenuto di una in plastica.
Tra i materiali indicati come alternativi per gli imballaggi, la plastica riciclata è la più gettonata e seguono, in ordine di preferenza, carta e bioplastiche. Il 68,4%, inoltre, sarebbe disposto a pagare di più per un prodotto dal packaging riciclato. L’Unione Europea, dal canto suo, è già intervenuta in tema di plastic free e prodotti di uso quotidiano proibendo la plastica monouso e il 63,1% dei partecipanti salverebbe, se chiamato a scegliere, gli imballaggi di plastica per i soli alimenti freschi. Meno fortunati, invece, gli imballaggi di alimenti secchi, dispositivi elettrici, detergenza personale e detersivi.
Quando si parla di plastica, l’argomento è così ampio e tuttora aperto che gli spunti di riflessione non mancano. Per questo nel sondaggio svolto online, su Instagram, ci siamo concentrati su uno degli effetti più nocivi e drasticamente attuali del consumo di plastica: l’inquinamento dei mari. Continuando di questo passo, infatti, nel 2050 ci ritroveremo ad avere più plastica che pesci nell’oceano considerando che nel solo Mar Mediterraneo ogni giorno finiscono 731 tonnellate di materiale di plastica.
A farne le spese, ingerendo inavvertitamente microplastiche della dimensione di un chicco di caffè, è 1 pesce su 3 del mar Adriatico. D’altra parte, e questo è il vero problema, la decomposizione della plastica che finisce in acqua è un processo estremamente lento. Basti pensare che una sola bottiglia impiega circa 500 anni a dissolversi.
Prestare attenzione agli imballaggi dei prodotti che si acquistano e raccogliere i rifiuti in maniera corretta è il primo passo da fare, ciascuno nel proprio quotidiano. Dai dati raccolti emergono la consapevolezza e la sensibilità delle persone riguardo al tema anche se i dati sull’inquinamento da materiale plastico restano allarmanti. La sensibilizzazione e la conoscenza rimangono le uniche strade percorribili e noi vogliamo essere attori in prima linea.