Este rialzati: i tuoi figli sono con te

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foto di redazione

“Il segno distintivo dell’uomo è la mano, lo strumento col quale fa tutto ciò che è male”

la Fattoria degli Animali
George Orwell

Caro George,
è vero che ti conosco da poco, ma ti ammiro davvero tanto, sia come uomo che come politico e ovviamente anche come scrittore. In particolare quando lessi “la Fattoria degli Animali” la frase che ho scritto all’inizio di quest’articolo mi colpì molto, e proprio in questi giorni mi è tornata alla mente.
Anche io come te non ho mai avuto un’alta opinione del genere umano, l’ho sempre trovato rozzo, violento e brutale, ma caro George, i fatti degli ultimi giorni danno torto a entrambi… Dopo la violenta tromba d’aria che ha colpito la nostra città non un solo essere umano ha alzato la mano per colpire un suo fratello; ciò che ho visto sono state soltanto mani tese ad aiutare chi era caduto, per aiutarlo a risollevarsi.

Le nostre mani non si sono chiuse a pugno per contenderci quel poco che ci era rimasto, ma si sono strette tra loro, nel tentativo di salvare la nostra città. Come gli animali della tua fattoria dopo la caduta del mulino non ci siamo fatti prendere dallo scoraggiamento, ma celeri e volonterosi ci siamo messi all’opera per ricostruire il nostro mulino caduto.

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foto di redazione

È anche vero che stavolta siamo stati fortunati, caro George: nessun “maiale” dai quali ci hai messo in guardia col tuo libro si è messo in mezzo in questi giorni, e questo sicuramente ci ha permesso di procedere più spediti che mai, anche se è ancora molto quello che resta da fare.

I Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e anche i così detti Angeli del Fango si stanno dando da fare come non mai da 48 ore per aiutare i più bisognosi a uscire da quella pozza di detriti e acqua in cui la tromba d’aria li ha lasciati. In questo incessante viavai di instancabili volontari sono infiniti e impagabili i “grazie” ricevuti e i sorrisi regalati.

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foto di redazione

In questi giorni sono stato direttamente sul campo a dare una mano anche io, caro George; non lo dico certo per vantarmi, ma per assicurarti che ogni volontario, ogni pompiere e ogni membro della Protezione Civile si sta dimostrando un infaticabile lavoratore, dedito alla causa non perché in cerca di fama o gloria, ma solo per il genuino desiderio di rendersi utile.

Nel giro di pochissimo tempo l’azione coordinata di tutti noi ha permesso la riapertura degli edifici pubblici meno danneggiati, e anche se i danni sono ingenti vedere tutta questa buona volontà al posto del solito menefreghismo mi permette di concedermi un cauto ottimismo caro George.
Per concludere: è vero che ti sei sbagliato caro George, ma credo che tu abbia il buonsenso di non prendertela troppo a male per questa lettera; credo anche che saresti fiero di noi se solo potessi vederci all’opera in questo momento.
Sinceramente,

Andrea Pettenuzzo