OSPEDALETTO EUGANEO. «Dammi 5 mila euro o cambio la faccia di tuo figlio con l’acido». È il testo del messaggio scritto da un 25enne, arrestato venerdì dai carabinieri della compagnia di Este, lasciato dentro la cassetta della posta di una donna di 50 anni di Ospedaletto Euganeo, madre di un figlio di 13. Il giovane, di origini campane, si era trasferito da pochi mesi a Ponso. Aveva già dei piccoli precedenti e lavorava saltuariamente come manovale. Bloccato in flagranza di reato per estorsione, è stato portato in carcere a Rovigo.
La vicenda risale alla settimana scorsa, quando la 50enne aveva trovato all’interno della propria cassetta delle lettere un piccolo foglio a quadretti scritto a mano – in maniera sgrammaticata – che minacciava possibili ritorsioni sul figlio della donna, nel caso questa non avesse pagato all’ignoto mittente una somma pari a 5 mila euro in contanti. La donna aveva inizialmente dato poco peso al biglietto, perché convinta che questo fosse stato inviato da un soggetto a lei noto, a cui in passato era stata legata a livello professionale. «Lasciami in pace, so chi sei» aveva scritto nel messaggio di risposta lasciato vicino al portalettere.
Le minacce si erano fatte pesanti venerdì, quando la signora aveva ricevuto una nuova missiva, sempre scritta a mano. Oltre a richiedere la stessa somma in denaro in contanti, il misterioso malvivente dichiarava di essere a conoscenza della scuola frequentata dal figlio della donna e che gli avrebbe «cambiato la faccia con l’acido» se non avesse pagato. Terrorizzata, la 50enne si era presentata dai carabinieri, che tramite l’aliquota operativa di Este hanno predisposto un mirato servizio di osservazione.
Per attirare l’attenzione del malintenzionato, i militari hanno depositato una busta consistente sul contatore del gas collocato vicino all’abitazione. La trappola ha funzionato: dopo qualche ora il 25enne si è presentato per raccogliere la busta, venendo provvidenzialmente bloccato e arrestato dagli uomini dell’Arma, nascosti poco lontano. In seguito il giovane ha ammesso spontaneamente la propria responsabilità e di non conoscere personalmente la donna del suo reato, ma di averla osservata solo qualche settimana fa e di averne notato «l’alto tenore di vita». Elemento che ha influito sulla scelta della vittima.