Terme, natura, storia e cultura: il tesoro nascosto della Bassa Padovana

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Foto elaborata da immagini di Google Images

Recenti analisi di settore hanno dimostrato come, anche e soprattutto, i nuovi flussi turistici provenienti dal continente asiatico prediligano tra le bellezze italiane numerose mete della nostra Regione, guidata ovviamente dall’incanto di Venezia e Verona, ma esplorata da vacanzieri di tutto il mondo anche per le notevoli qualità artistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche di location di fama minore. Sempre seguendo alcune ricerche condotte da Confesercenti e dall‘Istituto Nazionale Ricerche Turistiche su consistenti campioni di turisti emerge, tuttavia, come nella graduatoria dei servizi e della loro qualità la nostra regione non conferisca quell’eccellenza garantita dalle variegate risorse. La stessa realtà si rispecchia in dimensioni più piccole anche nella Bassa Padovana, dove arte e natura vivono in perfetta armonia,con eccellenze culinarie e vinicole tra le più importanti del Belpaese e una vicinanza fondamentale con importanti tappe degli atlanti turistici di tutto il globo, ma con al contempo molte potenzialità ancora da sviluppare e potenziare.
A fare da “faro”, per l’appunto, il polo termale di Abano e Montegrotto raggiunto da oltre 2 milioni di turisti nel 2013, con un calo dei connazionali (1.463.594) ma un leggero aumento degli stranieri (1.193.000); nonostante la crisi e i conseguenti problemi economici di molte strutture è ancora una delle destinazioni italiane preferita da migliaia di tedeschi. Come dimostrato da alcuni studi svolti recentemente dal GAL patavino, esigenze e “desideri” di questi turisti si soddisfano perfettamente con l’offerta della zona euganea,che assicura riposo e relax, ma che è anche in grado di garantire attività sportive, eventi di qualità, luoghi ed esplorazioni su misura, ideali in un periodo nel quale in continuo aumento sono i fenomeni dello “short break” e della frammentazione delle vacanze. Fattori che potrebbero e dovrebbero diventare fondamentali per rendere il turismo il cardine dell’economia di queste meravigliose zone. Interessanti e significativi, per comprendere meglio la situazione attuale, sono i dati sulle presenze nelle diverse località pubblicati dal portale “Veneto Turismo” e alcune considerazioni emerse anche dalla già citata analisi del Gruppo di Azione Locale.
Ad intercettare maggiormente i flussi di passaggio, Monselice, dove, dopo i più difficili anni di recessione, sono in continuo aumento le presenze di visitatori, 43.045 nel 2013 contro i 33.731 del 2012; Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Campania le principali provenienze nazionali, mentre dall’estero in netto aumento l’arrivo di turisti russi (2.594 presenze), davanti a Germania, Francia e Austria, con un buon numero di statunitensi (369). La cittadina della Rocca continua a rappresentare un’attrattiva importante soprattutto per i turisti di un giorno, essendo facile e comoda da raggiungere e offrendo la splendida passeggiata del santuario e l’interessante e affascinante visita del Castello e del Mastio. Sondando le opinioni dei turisti “una città ideale per passare qualche ora tranquilla”, ma nella quale “servirebbe maggior organizzazione tra i vari punti d’interesse”, magari con qualche servizio in più e “maggior predisposizione all’accoglienza delle famiglie”.
Non altrettanto visitata, in gran parte proprio per la meno favorevole posizione geografica, Este, che nonostante ciò ha saputo negli ultimi anni ridare lustro alle proprie ricchezze con alcuni restauri di rilievo, e una più concreta collaborazione con molte attività legate al Parco dei Colli Euganei. Per le vie atestine è stato registrato, nel 2013, un leggero calo rispetto al biennio precedente (18.116 presenze contro le 19.600 e le 21.445 di 2012 e 2011), con una curiosa affluenza di siciliani e pugliesi tra le provenienze più numerose dall’Italia.
Trend che si rispecchia anche nel vicino “borgo del Poeta“, vera e propria bomboniera in mezzo ai colli, capace di risvegliare antiche tradizioni e di attirare i suoi ospiti, oltre che per l’incantevole casa del Petrarca, soprattutto per i numerosi ristoranti e trattorie immersi nel verde, ma non troppo preparata per soggiorni o permanenze prolungate.
Rispetto al 2012 in crescita invece le visite a Montagnana, conosciuta e raggiunta anch’essa specialmente per le peculiarità storico-artistiche, grazie alla lungimirante attenzione nei confronti di una cinta muraria tra le più belle e meglio conservate del Paese. Dall’estero sono soprattutto tedeschi e olandesi a raggiungere la cittadina del “Palio dei 10 comuni” e del prosciutto. Anch’essa, “soffre” purtroppo dell’isolamento logistico e di una scarsa sinergia con le attrattive limitrofe.
Dati e considerazioni per certi versi sorprendenti, dai quali in ogni caso partire; è chiaro che ci troviamo di fronte ad un patrimonio d’inestimabile bellezza e valore in tutti i suoi aspetti, un patrimonio di enormi potenzialità, soprattutto se considerato nel suo insieme, che ha ancora però numerosi aspetti da sviluppare e migliorare, col fine ultimo di diventare vera risorsa per i suoi “custodi”, ma anche e soprattutto perché possa essere ammirato e visitato al meglio da tutti coloro che ne avranno la possibilità.
Luca Bernardini