Monselice, ore 9.14; uno studente giungendo dal quartiere Carmine si appresta a raggiungere il binario 2 per prendere il treno delle 9.28 Bologna-Venezia; tutto normale fin qui, se non fosse che tra lui e quel treno intercorrono lunghissimi minuti d’attesa davanti a una sbarra di metallo a strisce bianche e rosse che potrebbe sollevarsi dopo pochi istanti, o al contrario rimanere ferma per il successivo quarto d’ora. A questo punto una scelta improrogabile: rischiare di perdere il treno e far prevalere il senso civico e di prevenzione seguendo l’indicazione che indica “E’ severamente vietato l’attraversamento pedonale a passaggio a livello chiuso” o correre il pericolo e oltrepassare la barriera per arrivare puntuale a lezione?
E’ solo un banale esempio di una tipica situazione che tocca quotidianamente decine di studenti e lavoratori pendolari,o qualsiasi altra persona che, a piedi o ciclo munita, utilizza il passaggio a livello di via Sottomonte per oltrepassare la linea ferroviaria che separa il centro di Monselice con uno dei quartieri più popolati della città;
l’unica alternativa possibile, avventurarsi attraverso il sottopassaggio di via Valli, stretto, trafficato e assai pericoloso.
Così, dopo anni d’attese bibliche ad aspettare treni che non passano mai tra la sbarra meccanica e il bordo strada, per molti abitanti violare la legge e attraversare i binari è diventata ormai un’abitudine.
Una brutta abitudine, che può costare centinaia di euro di contravvenzione, o nei peggiori dei casi, la vita; ma, sebbene gli episodi suddetti si siano concretizzati diverse volte, anche recentemente, il problema continua a rimanere e i rischi, soprattutto con i passaggi dei convogli veloci di ultima generazione, aumentano sempre più.
Un problema che gli stessi trasgressori denunciano apertamente, quasi a sottolineare come l’infrangere il divieto sia diventata un’esigenza, specialmente per chi abita nei pressi della stazione ferroviaria.
Ed è proprio raccogliendo le testimonianze di chi spesso e volentieri passa quotidianamente decine di minuti in attesa,che si comprende come il nocciolo della questione sia, più che l’effettiva e comunque condannabile trasgressione, la presenza di una vera e propria barriera architettonica di notevoli dimensioni e colpevole di altrettanto notevoli disagi.
Nonostante ciò, almeno alla prova dei fatti, nulla sembra muoversi per la risoluzione del problema che, anche a detta dei cittadini interessati, potrebbe essere semplice e non troppo onerosa; sarebbe sufficiente costruire un passaggio lungo il corso del canale di scolo che attraversa la linea ferroviaria a poche decine di metri, garantendo per lo meno un sottopasso sicuro.
Dal canto suo l’Amministrazione comunale, su sollecito delle opposizioni, ha ribadito più volte di aver in programma l’opera all’interno del complesso progetto legato alla metropolitana di superficie, che però, ad oggi, appare una possibilità sempre più remota e lontana nel tempo.
Luca Bernardini