BAGNOLI DI SOPRA. Nel suo armadietto la prova schiacciante: il telefonino della vittima. Così a Bagnoli, un ospite del centro per richiedenti asilo è stato messo in fermo giudiziario. Il ventisettenne nigeriano vive dallo scorso luglio, assieme ad altri 800 migranti, nell’ex base militare di San Siro, trasformata in un centro di accoglienza nel settembre del 2015. Secondo le indagini dei carabinieri, il giovane africano sarebbe l’autore della tentata violenza sessuale – avvenuta venerdì sera – ai danni di una donna: la quarantenne del posto, infatti, mentre faceva jogging è stata aggredita e derubata del proprio smartphone.
Episodio, quello di qualche giorno fa, che riporta a galla il caso – di inizio febbraio – di tentata aggressione sempre nei pressi di San Siro. A confermarlo Francesco Rastelli, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri di Padova: «Già in data 9 febbraio, sempre a Bagnoli, è stata sventata una tentata violenza sessuale culminata però con il furto del cellulare e, anche in quell’occasione, la ragazza ha reagito facendo scappare il malvivente». Secondo le forze dell’ordine, il protagonista sembrerebbe essere il profugo individuato ieri dai carabinieri di Abano Terme: «abbiamo rintracciato sia il primo telefonino rubato a febbraio che il secondo, quello della donna molestata pochi giorni fa».
Il nigeriano, senza precedenti penali, è stato perciò accusato di aggressione a scopo sessuale, tentata violenza sessuale e rapina nei confronti non solo della quarantenne che ha malmenato e cercato di stuprare venerdì sera, ma anche della 21enne molestata nello stesso modo il 9 febbraio. A confermare le accuse il ritrovamento, all’interno dell’armadietto dell’uomo, di alcuni vestiti riconosciuti dalle vittime e di entrambi i telefonini.
A ventiquattro ore dall’arresto del presunto aggressore, arriva lo sfogo del governatore della Regione Luca Zaia: «Prima di indicare presunti modelli virtuosi e premiare Prefetture efficienti si chieda come stanno davvero le cose ai Sindaci di Cona, Bagnoli e Agna. Si chieda alla donna che ha rischiato di essere violentata a Bagnoli, si chieda alle forze dell’ordine, che più ne prendono e più sequestrano droga e più se li ritrovano davanti pochi giorni dopo, si chieda alla magistratura, spesso costretta ad applicare leggi colabrodo grazie alle quali in galera praticamente questi personaggi non vanno più».