Caso Stamina: le tappe di una vicenda ancora irrisolta

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174333855-a4075ffa-acd3-4e8b-a05f-de7a3cf1c6eaIn questi giorni si è fatta sempre più spinosa e controversa la vicenda riguardante il Metodo Stamina. Tale terapia, ideata da Davide Vannoni, presidente di “Stamina Foundation”(secondo alcune fonti laureato alla Facoltà di Lettere e Filosofia e a parere di altre in Comunicazione), continua a far discutere. Ovviamente a farne le spese sono i pazienti che devono lottare ogni giorno contro le malattie neurodegenerative che Vannoni afferma di poter curare.

LE TAPPE DELLA VICENDA

Cos’è il metodo Stamina?

E’ un metodo terapeutico basato su cellule mesenchimali del midollo osseo, che sarebbero in grado dare origine a tessuti di ossa, pelle e cartilagine. Vengono estratte dal midollo osseo del paziente cellule mesenchimali adulte che sembrano molto potenti, anche se non si ha ancora la certezza visto che le ricerche in merito hanno prodotto risultati piuttosto contrastanti. Tali cellule staminali verrebbero poi messe in coltura nell’acido retinoico diluito in bassissime quantità ed etanolo, per circa due ore, in modo da farle differenziare in cellule nervose (non si sa ancora bene come). Queste sarebbero reinfuse nel paziente attraverso iniezioni lombari.

Con il metodo Stamina Vannoni afferma di poter curare numerose malattie neurodegenerative come l’atrofia muscolare spinale, ma anche ictus, lesioni spinali e molte altre. Sembra che Vannoni stesso, in seguito a paresi facciale, sia stato curato in Ucraina con questo nuovo metodo e visti gli effetti positivi avrebbe voluto esportarlo in Italia portando con sé anche i due professori russi ideatori del nuovo sistema.

2007: Vannoni inizia a mettere a punto il metodo Stamina in Italia.

2009: le prime accuse di truffa e la nascita di Stamina Foundation. Iniziano le promesse: miglioramenti dal 70 al 100%. Vannoni è appoggiato da “un’equipe” di medici e con loro ci sono anche i professori russi che lo avevano curato in Ucraina. Cruciale è la testimonianza della figlia di Davide Font, venuto a mancare dopo i primi trattamenti. La signora Font afferma che Vannoni avrebbe mostrato al padre un video nel quale un uomo paralizzato, in seguito al trattamento Stamina, riprendeva a camminare. Inoltre per queste cure, i pazienti dovevano sborsare cifre ingenti che superavano i 20 mila euro. Scattano a questo punto le prime indagini relative all’attività di Vannoni e del suo team di medici e professori: vengono accusati di truffa e associazione per delinquere.

2011: Stamina inizia a operare a Brescia. Le cure vengono somministrate come “cure compassionevoli”. A proposito di ciò è doveroso citare quanto riportato in “principi generali di farmacologia e farmacoterapia” di Palatini, in cui si stabilisce cos’è una cura compassionevole. Essa deve essere in sperimentazione di fase III o aver almeno superato la fase II e il trattamento può solo essere destinato a malattia grave o rara o che metta il paziente in pericolo di vita, e per la quale non esista una valida alternativa terapeutica. Inoltre il paziente non ha la possibilità di utilizzare il farmaco partecipando alla sperimentazione, perché non ha le caratteristiche idonee per essere arruolato nello studio clinico. Infine il protocollo terapeutico, corredato di consenso informato, dev’essere approvato da un comitato etico. Sulla base di questa definizione le cure di Stamina sembrano non poter essere considerate “compassionevoli”. La stessa domanda di brevetto che Vannoni ha presentato negli Usa e in Canada non sarebbe stata accettata poiché le procedure in essa descritta risultano essere confuse e in alcuni punti errate.

Nello stesso anno Stamina richiede la collaborazione del Cardiocentro Ticino di Lugano, che viene però rifiutata a causa di “opacità del protocollo di ricerca, inconsistenza scientifica, assenza di pubblicazioni e dubbia reputazione dei ricercatori coinvolti”.

2012: Ennesima indagine su Stamina. Nel 2012 l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ordina un’ispezione dei Nas. La magistratura indaga sul caso. Risulta che esisterebbe “un concreto pericolo per i pazienti a causa delle modalità di conservazione dei campioni di cellule da trapiantare, preservati in modo approssimativo, identificati da etichette scritte a matita e di non chiara interpretazione e quindi facilmente confondibili”. Stamina viene bloccato per la terza volta.

2013: Nasce il Movimento Pro-Stamina. Il blocco del Metodo Stamina porta il caso in piazza. Le famiglie, i cui figli stanno ricevendo queste cure, si ribellano e iniziano a protestare affinchè il governo sblocchi la situazione. Il programma “Le Iene” dedica ampio spazio ai bambini sottoposti alle cure staminali: i genitori affermano che tali infusioni aiutano e migliorano la situazione dei loro figli. Non tutte le testimonianze sono favorevoli, perchè la madre della piccola Nicole intervistata da “La Stampa” afferma di aver dovuto sborsare 40 mila euro e spiega che le cure non avrebbero per nulla giovato alla piccola Nicole, anzi avrebbero causato ulteriore sofferenza.

Il caso si allarga sempre più. Il Ministero della Salute sembra non voler garantire le cure ai pazienti e a detta di Vannoni il motivo sarebbe un complotto di alcune case farmaceutiche. Dopo numerose proteste, il 25 Marzo 2013 il Senato emana un decreto il quale autorizza la continuazione delle cure per i pazienti che le avevano cominciate. Tre miliardi di euro vengono stanziati per avviare la sperimentazione clinica del metodo.

Numerosi scienziati di rilievo insorgono mettendo in discussione Vannoni e il suo metodo; forti le critiche nei confronti della decisioni prese dal governo italiano. Interviene anche Yamanaka, premio Nobel per aver derivato le cellule staminali indotte e presidente della Società internazionale per la ricerca sulle staminali, che non risparmia il suo dissenso nei confronti di questa vicenda.

In maggio il nuovo ministro della Salute Beatrice Lorenzin nomina il Comitato scientifico di cui fanno parte l’Istituto Superiore di Sanità, il Centro Nazionale Trapianti e l’Agenzia del Farmaco, incaricati di valutare la metodica Stamina: il verdetto è negativo. Il capitolo Stamina sembrerebbe chiudersi qui, ma il 4 dicembre il TAR del Lazio ha accolto la richiesta di Vannoni di sospendere il giudizio della commissione ministeriale. L’attuale ministro Lorenzin assicura che sarà messa a punto una nuova commissione pronta a rivalutare il metodo.

2014. A causa della delicata situazione legale, in gennaio, i medici degli Spedali civili di Brescia si rifiutano di somministrare il trattamento, eccetto per i casi in cui ci sia una specifica ordinanza del tribunale.

Eleonora Zerbetto