
Glodinoro Major, 33enne nomade di origine sinti residente a Brugine che lo scorso gennaio aveva rapinato una madre con il figlio di 15 mesi, è stato ora condannato a quattro anni di reclusione. In seguito alla conclusione del giudizio abbreviato, il giudice dell’udienza preliminare Margherita Brunello ha inoltre inflitto al nomade una multa di 1.000 euro e un obbligo di risarcimento nei confronti della vittima di 30.000 euro. Assolta invece Gessica Stacchio, partner di Major sospettata di essere stata alla guida dell’auto utilizzata per la fuga, una Citroen C3 di cui era la proprietaria.
Il delitto si era compiuto mentre la vittima era andata insieme al padre a prendere il figlio all’asilo nido “Piccolo Principe” in via Basilicata a Camin. Il nomade si era avvicinato alla donna e, mentre questa stava sistemando il figlio sul seggiolino dell’auto, la aggrediva allo scopo di arraffare la borsa contenente un bottino dal valore di 15.000 euro, insieme al quale si trovavano anche 1.500 yen cinesi, una catenina e tre braccialetti d’oro. Nel compimento del reato, inoltre, Major non si era certo distinto per la delicatezza, arrivando addirittura a prendere in braccio il bambino per scagliarlo addosso al padre al fine di impedirgli qualsiasi intervento, gesto che costò all’infante un ricovero in ospedale per un trauma cranico. Provvidenziale era stata dunque la testimonianza della vittima che dopo la rapina era riuscita comunque a prendere nota di parte della targa dell’auto utilizzata per la fuga. Il rapinatore, rintracciato dalle autorità grazie ad intercettazioni telefoniche, è stato arrestato ad aprile, successivamente ad un blitz della polizia nel campo nomadi di via Arzerini a Brugine.
Nel giudizio pienamente accolte sono state le richieste del pubblico ministero padovano Benedetto Roberti, che da una parte aveva chiesto per l’appunto la condanna a Major, e dall’altra aveva chiesto l’assoluzione alla Stacchio per insufficienza di prove.