PADOVA. Com’era il detto? Anno nuovo, vita nuova. Con l’arrivo del 2017, cambia il volto della sanità veneta. Azienda Zero, la riforma sanitaria figlia dell’operato di Zaia & Co, è definitivamente partita. «Cambia il mondo – incalza un entusiasta Luca Zaia a Palazzo Balbi – Lo ammetto: mi devo abituare ai numeri e ai nuovi nomi delle Ulss. E lo dovranno fare anche i veneti. Ma adesso si parte davvero. Siamo alla svolta. Si può fare ancora di meglio? Sì, si può migliorare. Aspettatevi dell’altro». Insomma, Azienda Zero è solo l’inizio. Degli infiniti dibattiti in Consiglio regionale rimane ormai solo il ricordo. E adesso, a poco più di tre settimane dall’inizio dei giochi, si aspettano i primi effetti della rivoluzione avvenuta.
Ma i cittadini? Innanzitutto i veneti devono mettere una grossa pietra sopra le vecchie Ulss: la 16 di Padova, la 15 dell’Alta e la 17 della Bassa non esistono più. A sopravvivere, oltre all’Istituto Oncologico Veneto, le Aziende ospedaliere di Padova e Verona. Insomma, ad oggi, le unità sono a tutti gli effetti 9, contro le precedenti 21. Cala il numero di dg coinvolti e, quindi, aumenta il risparmio – da reinvestire – nel settore sanità. Nella super azienda che accentra i servizi tecnici, amministrativi, informatici e legali, rimane tuttavia salda la figura di Mauro Bonin. Il commissario di Azienda Zero, dalla Casa rossa di via D’Avanzo a Padova, centralizzerà la programmazione socio-sanitaria, il coordinamento del servizio sanitario e la gestione tecnico-amministrativa, con particolare riferimento agli acquisti delle 9 Ulss, alla selezione del personale e alle procedure di accreditamento. E proprio questa centralizzazione, non poco criticata in sede di Consiglio, rischia di creare dei disguidi nella delicata fase d’avvio ai lavori.
L’operazione andata in porto il 1° gennaio è, perciò, tutt’altro che semplice. Se da un lato sembra essere assicurato il risparmio monetario interno alla Regione, dall’altro avanzano svariati dubbi inerenti all’amministrazione di ogni singolo tassello che compone il complesso puzzle di Azienda Zero. Oltre al problema della comunicazione interna alle nuove unità assemblate, a preoccupare è la questione occupazionale. Difatti, sono pronti sul piede di guerra i sindacati che – ormai da qualche mese – cercano di capire se e quanti tagli comporterà la maxi riorganizzazione ospedaliera. Chi vivrà, vedrà.