ATTUALITA’ – Si, sono gay e voglio urlarlo al mondo!

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“L’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza”.

Recita così la lettera lasciata dal ventunenne che due settimane fa si è tolto la vita a Roma. Un ragazzo che come noi aveva progetti per il futuro, ambizioni, sogni da realizzare ma che forse non si sentiva “giusto” e accettato. Questo è solo l’ultimo di altri suicidi avvenuti in Italia per ragioni legati all’ omosessualità.

In casi come questi le istituzioni si limitano a esprimere il loro cordoglio dicendo di essere vicini alle famiglie, promettendo di mettere in atto leggi che puniscano l’omofobia. In questa direzione forse qualcosa si sta muovendo, la legge conto l’omofobia è stata  infatti approvata dalla Camera ma deve essere ancora discussa in Senato. Questo provvedimento è certamente importante ma da solo non basta: è da noi giovani che deve partire il cambiamento. Siamo noi che dobbiamo esprimere la nostra solidarietà verso questi ragazzi che sono vittime di altri ragazzi come noi forse ancora troppo radicati in una cultura antiquata e ormai retrograda.

Sono fatti di cronaca che ci lasciano perplessi e spesso non si riescono a comprendere a fondo le problematiche che portano alcuni ragazzi, come il giovane di Roma, a compiere atti del genere.

Perché queste giovani vite non trovano il coraggio di rivelare alle proprie famiglie o amici più stretti di essere omosessuali? E soprattutto, sono loro che non trovano il coraggio o è l’ambiente familiare e gli amici che non danno loro modo di esprimere quello che sono?

Ritengo che la via più efficace per capire e cercare di rispondere a questi interrogativi sia parlare direttamente con chi ha vissuto la difficoltà di accettare sé stessi e di essere accettato, con chi ha avuto il coraggio di dire alla famiglia e agli amici di essere omosessuale. Sto parlando di Marco, ragazzo ventenne, il quale ha accettato di parlare con noi di Estensione.

– Ciao Marco cosa ne pensi riguardo la notizia del ragazzo morto suicida a Roma?

Marco: ” Innanzi tutto spero comprendiate il motivo per cui abbia deciso di rimanere anonimo, sia per rispetto nei miei confronti che per la mia famiglia. E’ stata proprio questa tragica notizia a spingermi a rilasciare quest’intervista, ne sono rimasto particolarmente colpito in quanto sarei potuto essere io, infatti, senza alcun tipo di vergogna, vi dico che circa due anni fa ho tentato di suicidarmi. Ora vi parlo in modo tale da poter essere d’ aiuto a tutti coloro  che ritengano il suicidio l’unica soluzione di questo problema. Badate bene, vi sto raccontando la mia storia come se mi stessi confidando con un fratello.

Quando hai capito di essere omosessuale cos’ hai provato? Come hai reagito?

Marco:” Ho preso coscienza di essere omosessuale in tenera età, all’ incirca a quattro anni, quando capii di essere attratto dalle figure maschili dei classici Disney, ad esempio “Hercules”. Sapevo in cuor mio di non essere come gli altri, mi sentivo “diverso”, e da allora è cominciata una lotta in me tra un ego pronto ad accettare la propria natura ed un altro che invece, voleva porvi una fine. Con ciò non intendo solo la violenza contro sé stessi, ma per “ fine” voglio dire annullare la propria essenza per non dispiacere le altre persone.  Raggiunta l ‘età adolescenziale, proprio nel momento in cui la situazione era diventata insostenibile, ebbi l’opportunità di visitare gli States. Fu durante quel viaggio che capii che in realtà è possibile mostrarsi per quel che si è veramente, senza badare al giudizio degli altri. Dunque mi accettai, però il problema era farsi accettare dalle persone più care.

–  Dopo quanto hai trovato il coraggio di dirlo alla tua famiglia e ai tuoi amici e come pensavi avrebbero potuto reagire a tale notizia?

Marco:” In seguito ad un terribile momento di depressione, in cui ho tentato di porre fine alla mia vita, ho trovato il coraggio ed ho affrontato parenti ed amici. Ciò che dovete capire è che il passo più importante è accettarsi, poi esserlo dalle persone più care. Vi assicuro che vostra madre, vostro padre e i vostri amici non si priverebbero mai di una persona così cara, però ognuno ha bisogno di tempo per accettarlo. Dirlo è allo stesso modo difficile come ascoltarlo e assimilarlo, non aspettatevi quindi una comprensione istantanea. Siate persone mature e soprattutto pazienti! Oggi mi hanno accettato tutti, persino mio padre e mio fratello di cui temevo il totale disaccordo.

 – In quanto omosessuale come senti di essere considerato e come si vive in un realtà come quella italiana in cui essere “gay” è frequentemente associato all’ idea di “diverso” o in casi più estremi di “pervertito”?

Marco:” Ora che non sono più un adolescente posso analizzare meglio il passato con occhi diversi e, nonostante io ami il mio Paese, questo è rimasto bigotto e crudele nelle relazioni sociali. Però c’è da dire che non lo cambierei mai!

Ci sono tanti altri ragazzi o ragazze che come te sanno di essere omosessuali  ma non lo vogliono ammettere a sé stessi e agli altri magari per paura di perdere i loro amici, subire rifiuti da parte della famiglia o essere oggetto di derisioni o angherie da parte di persone retrograde. Che consiglio sentiresti di dare a questi ragazzi?

Marco:” In primo luogo, il consiglio che vorrei dare è che è inutile arrendersi e fuggire ai problemi attraverso la maschera del “figliol prodigo” oppure con la violenza; nella vita bisogna lottare ed è proprio grazie al dolore e alla sofferenza che si riesce a diventare persone più forti del granito. La vita è bella perché è difficile, quindi lottate, lottate e lottate fino a piangere a singhiozzi, fino a pensare di non farcela, è cosi che si cresce ed è così che bisogna fare per avere una vita degna di questo nome.

Grazie Marco

Marco: ” Grazie a voi”

Eleonora Zerbetto