ATTUALITA’ – L’addio di Papa Benedetto XVI visto dai cittadini

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Il Papa si dimette: questo il flash dell’Ansa trasmesso alle 11.46 di lunedì 11 febbraio che ha fatto il giro del mondo.

In un batter d’occhio, i social networks sono stati invasi da questa notizia prima ancora che il Vaticano ne formulasse la conferma ufficiale. Papa Benedetto XVI, durante il Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, tramite un discorso in latino, ha annunciato che lascerà il pontificato della Chiesa Cattolica il 28 febbraio alle ore 20.

Notizia shock, quindi, per tutti i membri della Chiesa e per tutti i fedeli: sembra che nessuno se lo aspettasse, non si capiscono le ragioni.

Il Vescovo di Roma sostiene che la sua decisione sia riconducibile alle proprie “forze fisiche che, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. Un caso che vede gran pochi precedenti nella storia, l’ultimo dei quali risale al lontano 1415 con Papa Gregorio XII.

La Comunità è quindi ora nelle mani del cardinal Bertone, almeno fino al prossimo conclave; ma che cosa ne pensa la gente comune? E soprattutto, che cosa ne pensa la cittadinanza di Este?

Ascoltando i vari pareri, e servendosi di strumenti come Facebook e Twitter, possiamo subito notare che l’opinione si divide in due sostanziali categorie: quelli indifferenti e quelli profondamente scossi dall’accaduto.

I più giovani, o almeno alcuni tra questi, forse anche a causa della loro età, non sono toccati dall’evento, anzi ne scoprono il lato divertente, creando e pubblicando stati o link umoristici su Papa Ratzinger.

Le altre persone invece, sostanzialmente adulte, non hanno perso occasione per formulare la propria riflessione riguardo a questa scelta da parte del Pontefice.

Giusto per partire da alcune opinioni di figure ecclesiastiche, abbiamo interrogato Don Daniele e Don Roberto, volti noti alla nostra cittadina. Il parroco della Chiesa del Pilastro appoggia in pieno la decisione, affermando quanto Joseph Ratzinger sia un uomo coraggioso ed, essendo a conoscenza dei propri limiti, abbia agito per il bene della Chiesa. Don Daniele, invece, si dimostra felice perché il clero possa dare segnali di cambiamento, sostenendo che sia opportuno interrogarsi nel profondo e cambiare noi stessi gli atteggiamenti che non rendono ragione e testimonianza del proprio sentirsi cristiani.

D’altro canto, abbiamo i non credenti, i quali trovano tutto questo semplicemente un fenomeno mediatico per cercare di risollevare un mondo che sprofonda sempre di più nel baratro; la critica più cruda mossa a Benedetto XVI in questo suo pontificato consiste nel suo indossare pantofole rosse griffate Prada, rinunciando quindi a costumi più sobri, e nella sua decisione di sbarcare su Twitter.

Altro tema della discussione si fonda sulle presunte o tali condizioni di salute: Padre Lombardi precisa che non ci sono malattie specifiche, solo l’indebolirsi per l’invecchiamento; alcuni dei nostri cittadini si domandano invece se non sia in corso una malattia degenerativa del sistema nervoso che lo possa portare allo stadio di infermità del suo predecessore. Paragonarlo a Wojtyla e sostenere che Ratzinger non ha portato la croce come Giovanni Paolo II suona per molti un’assurdità: è un uomo tartassato sia da fuori che da dentro il suo stesso ambiente, non se l’è più sentita spiritualmente.

Dal lato fisico si sposta quindi la questione ad un lato mistico: Papa Benedetto XVI viene dipinto da alcuni come un uomo dolce ed umile che, pur sentendosi indegno verso il ruolo ed il suo predecessore –ricordiamo le tre lettere di dimissioni da capo della congregazione della dottrina per la fede, respinte proprio da Papa Wojtyla-, ha affrontato il suo compito in modo egregio, intessendo un fitto e produttivo dialogo con tutte religioni.

A chi accusa tutto il mondo ecclesiastico di coprire molteplici episodi di pedofilia e violenza, altri rispondono che proprio Papa Ratzinger intraprese il percorso per provvedimenti contro questi, unito a lettere scritte ai vescovi per redarguirli ed invitarli a cercare l’unità e a mettere da parte le divisioni e le rivalità tra di loro, fino ad arrivare al libroL’infanzia di Gesù”, opera colta, ma al contempo semplice e toccante.

In conclusione, gran parte dei cittadini intervistati reputa che lo stesso Papa sia a conoscenza dei propri limiti, e che questo sia il tempo di un Pontefice energico e mediatico, adatto all’attuale periodo storico.

Nonostante la poca simpatia che in molti hanno manifestato verso la sua figura, è doveroso riconoscere che la sua ammissione – spontanea o non, non sta a noi giudicare- di incapacità nell’amministrare la Comunità di fedeli meriti quantomeno rispetto.

Ilenia Sanna

(ha collaborato Davide Permunian)