
“Con l’attivazione del nuovo orario cadenzato, tutti i problemi saranno risolti.” Recitava così la promessa dell’Assessore regionale alla Mobilità e alle Infrastrutture Renato Chisso. Parole che facevano ben sperare in vista di un miglioramento del servizio fornito da Trenitalia ai pendolari veneti. Sono invece bastate 48 ore per smentire clamorosamente l’assessore. Nella serata di lunedì 16 dicembre, al termine di una giornata segnata ovunque da ritardi pesantissimi, cancellazioni, passeggeri stipati nelle carrozze e furiose proteste, lo stesso Chisso ammette il fallimento: “Il battesimo del sistema di trasporto ferroviario su ferro non è stato certo soddisfacente; anzi è andato male, a causa di malfunzionamenti nei servizi resi da Trenitalia e dei conseguenti contraccolpi a catena.”
LA CRONACA. Pronti via, è lunedì mattina e subito la pagina Facebook “Pendolari per passione” viene inondata da decine di post, foto e commenti che documentano la disastrosa situazione. C’è chi si limita a descrivere la propria esperienza cercando solidarietà, chi propone di scrivere a “Le Iene” o a “Striscia” e chi invita a mobilitarsi per organizzare eventi di protesta, perché “non ci sto a essere trattato da bestia.” Tra rabbia e indignazione, in molti non sono più così sicuri di rinnovare l’abbonamento per il mese di gennaio.
A essere colpiti duramente dai disagi sono stati ancora una volta i pendolari della Bassa Padovana. Ilenia Sanna, che si trovava a bordo del Regionale 201453 proveniente da Mantova e diretto a Mestre, racconta: “Il nostro convoglio è arrivato in stazione a Este con i canonici cinque minuti di ritardo, alle 7.18. Ad attenderlo eravamo una ventina, e non tutti abbiamo trovato posto. Quando ci siamo fermati a Monselice, sono salite decine di altre persone, perché era stato cancellato un treno per Venezia. Dire che non si respirava più è dire poco.” Il convoglio in questione era uno dei nuovi Flirt Stadler messi in circolazione, ma era composto da un numero di carrozze insufficiente per l’alto numero di passeggeri che ogni giorno affluisce a quell’ora. “Da quanto mi è stato riferito” aggiunge Ilenia, “il treno successivo, che arriva a Este alle 7.30, era già pieno a Montagnana, tre fermate prima.”
E, in effetti, sembra essere proprio andata così. Le testimonianze raccolte tra chi si trovava su quel treno sono allucinanti. Si parla di un sovraffollamento drammatico, con persone costrette a trascorrere il viaggio in bagno e altre ospitate nella cabina del macchinista. “Eravamo un blocco unico di gente tanto che quando il treno oscillava ci muovevamo in perfetta sincronia” si sfoga Luca Zanetti. “Dopo che siamo partiti da Este alle fermate successive non è potuto salire più nessuno ed è una fortuna se siamo riusciti a far scendere coloro che dovevano raggiungere Terme Euganee. Poi c’è stata la solita sosta a 200 metri dalla stazione di Padova. Si riusciva a stento a tenere l’equilibrio visto che i piedi erano incollati tra loro e il treno si trovava in posizione obliqua. Sembravamo dei polli schiacciati in una gabbia troppo piccola per contenere tutti!”
Momenti di tensione presso la stazione di Monselice, quando un gruppo di pendolari, esasperati dall’accumularsi di ritardi e cancellazioni, ha riversato la propria frustrazione sul personale addetto alla biglietteria. “Sono anni che le nostre proteste vanno a finire nel cestino” ha detto un uomo, “Non so quante petizioni ho firmato inutilmente. Abbiamo degli orari di lavoro da rispettare e non possiamo farlo per colpa vostra” ha rincarato una donna.
CAOS IN TUTTA LA REGIONE. Ma in tutto il Veneto lunedì scorso i disagi si sono susseguiti senza sosta, a partire dall’alba. A causa di un problema sul Regionale 20800 Venezia-Verona ben 14 treni hanno registrato ritardi tra i 20 e i 60 minuti, mentre sei sono stati cancellati. In serata la morte di una passeggera all’altezza di Vigonza ha provocato nuovi rallentamenti, peggiorando la situazione.
L’ASSESSORE. Chisso, comunque, non boccia del tutto il nuovo sistema: “Al momento non possiamo valutarlo nella sua funzionalità proprio a causa di queste disfunzioni, che potevano e sarebbero capitate anche con il vecchio sistema. Mi auguro però che non si ripetano, non di questa entità ed estensione, e soprattutto chiedo che si capisca alla radice quali ne sono state le cause remote e vi si ponga rimedio.” I problemi, però, si sono ripetuti anche nella giornata di martedì.

TRENITARDO. Il team di Trenitardo, applicazione ideata e creata dai ragazzi del Sindacato degli Studenti e dell’Associazione Studenti Universitari di Padova per denunciare i ritardi accumulati dai convogli di Trenitalia, mercoledì 19 e giovedì 20 dicembre ha organizzato due incontri per discutere sul diritto alla mobilità e sulle future iniziative da adottare. “Ci scusiamo per il disagio – essere pendolare in Veneto” il nome dei dibattiti, a cui partecipano anche Legambiente Padova e l’associazione “Ferrovie a Nordest”.
Davide Permunian