Si è conclusa venerdì sera l’avventura playoff della Promozione maschile atestina: dopo essere prevalso in casa, il Thermal Abano ha espugnato anche il PalaRedentore superando 63-51 gli uomini di coach Silvio Limena e chiudendo la serie sul 2-0. Una punizione, quest’ultima, troppo severa per la compagine biancorossa, rimasta in gara per quasi tutti i 40′. Gli ospiti, però, dominatori della stagione regolare, hanno dimostrato di avere qualcosa in più e, complice anche qualche aiutino della coppia arbitrale non certo impeccabile, si sono conquistati la finale.
Un’eliminazione amara per il Redentore e per il suo allenatore, giunta al termine di un anno difficile ma entusiasmante, pieno di cadute ma anche di grandi resurrezioni. Le Furie Rosse hanno saputo andare oltre le difficoltà chiudendo il campionato in crescendo ed eliminando l’insidiosissima Nuova Dese nel primo turno dei playoff. Poi si sono trovate di fronte la squadra più forte del campionato, che aveva già inflitto loro due durissime lezioni, all’andata e al ritorno, nella regular season. Ci hanno provato, sono andati vicini all’impresa al PalaBerta di Montegrotto, sono rimasti in partita fino al 38′ a Este, sostenuti da una tifoseria effervescente, che al successo credeva davvero. Serviva una scintilla che desse fuoco alle polveri, ma non è arrivata. Il giovane e ambizioso Thermal ha vinto ancora, entrambe le volte. Cinico e spietato, ha sfruttato al meglio le (poche) lacune degli atestini e ha fatto un passo importante, forse decisivo, verso la serie D.
I biancorossi si sono fermati in semifinale, come lo scorso anno. Segno che la squadra c’è e ha le qualità per collocarsi stabilmente nei quartieri alti del campionato provinciale di Promozione, ma non ha fatto il passo necessario a poter puntare a qualcosa di più. Le mosse estive della dirigenza diventano a questo punto fondamentali per capire quale sarà il destino delle Furie Rosse. Destino sul quale peseranno, e molto, le decisioni che prenderà il tecnico. Sarà ancora coach Limena a guidare il Redentore, oppure è già pronto a dare l’addio?
Davide Permunian