
Si chiama Andrea Vanni, ha 34 anni e da quasi due è sindaco di Vighizzolo d’Este. Lo incontriamo in un freddo pomeriggio di inizio novembre nel suo ufficio. Una stanza modesta, arredata in modo spartano: una grande scrivania piena di documenti, un paio di sedie per gli ospiti, un computer.
Buonasera, signor sindaco. E’ da poco rientrato dopo aver preso parte all’assemblea nazionale dell’Anci a Torino. Cosa si porta a casa da questa esperienza?
“Il bilancio è senza dubbio positivo, come amministratori abbiamo avuto modo di confrontarci con i rappresentanti del Governo su temi molto importanti. Su tutti la manovra finanziaria 2016, che presenta aspetti positivi, come il superamento del Patto di Stabilità e lo stop ai tagli. Ovviamente non sono tutte rose e fiori: noi sindaci veneti chiediamo che lo Stato premi i Comuni più virtuosi, tra cui spesso rientrano quelli della nostra Regione, anziché favorire i meno efficienti.”
Lei è stato eletto nel 2014 con oltre il 60% delle preferenze e la sua Giunta ha un’età media inferiore ai 40 anni. Com’è nata l’idea di entrare in politica?
“E’ partito tutto dal mio attuale vice, David Girotto. Abbiamo creato un gruppo di lavoro e siamo passati casa per casa per raccogliere le istanze dei cittadini. Ne è scaturito un programma semplice, ma concreto. All’inizio l’inesperienza si è fatta sentire, ma una volta superate le prime difficoltà abbiamo cominciato a ingranare.”
Con i suoi 920 abitanti, Vighizzolo è l’ente locale più piccolo della provincia dopo Barbona e fa parte dell’Unione Megliadina assieme a Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale, Piacenza d’Adige, Ponso e Santa Margherita d’Adige.
“Esatto. Questo significa condividere tutti i servizi e la maggior parte del personale: solo un impiegato per ogni municipio rimane fisso, gli altri si spostano tra i diversi Comuni. E’ stata una scelta del mio predecessore: comprensibile, anche se io avrei preferito mantenere stabilmente qui almeno ufficio tecnico e ragioneria. Una simile frammentazione di funzioni non semplifica il compito di noi amministratori.”
Si discute molto, in questa fase, della fusione Este-Ospedaletto. Cosa ne pensa? Può essere una strada percorribile anche per un Comune come il suo, in futuro?
“Assolutamente sì, la fusione sarà presto l’unico modo per continuare a garantire al cittadino i servizi essenziali. Bisogna smettere di pensare solo al proprio campanile e guardare in faccia la realtà: i vantaggi economici che un simile progetto assicura sono importantissimi. Mi auguro che la fusione tra Este e Ospedaletto vada in porto e che questa strada un domani possa essere percorsa anche da altre realtà della Bassa.”
A un’altra fusione, invece, lei si è duramente opposto.
“Sono contrario all’accorpamento di Bcc Atestina e Bcc Prealpi di Tarzo, perché dopo questa operazione nel nostro territorio rimarranno solo i promotori finanziari, con una conseguente perdita di servizi. La ‘mente’ della banca si sposterà a Tarzo, statuti e regolamenti saranno quelli della Prealpi, così come direttore, vicedirettore e presidente del Cda. Ritengo, inoltre, che ci sia stata poca trasparenza: i soci non hanno nemmeno potuto visionare il verbale dell’ispezione della Banca d’Italia.”
In diverse occasioni negli anni scorsi la nostra zona è stata colpita da violenti fenomeni atmosferici. Quali sono i provvedimenti che la sua Amministrazione ha preso per fronteggiare eventuali emergenze?
“Abbiamo proceduto alla pulizia delle tubature, ma molto resta ancora da fare. Dalla Regione siamo riusciti a ottenere un finanziamento di due milioni di euro per il rifacimento della Botte di Vighizzolo, risalente al 1940, oggi in cattive condizioni. Altre opere in programma sono il ripristino del bacino Anconetta, che permetterà di dare respiro al Fratta Gorzone, e la scavatura dei fossi comunali.”