Tosi e la diaspora leghista: è lui l’outsider per il centrodestra?

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(Fonte immagine: www.tosipresidente.it)

Flavio Tosi, sindaco di Verona candidato alla presidenza della Regione Veneto, ha suggellato l’alleanza con Area Popolare, gruppo che riunisce UDC e Nuovo Centro Destra, dalla quale nascerà la lista “Area Popolare Veneto Autonomo”.

L’uscita di Tosi dalla Lega Nord ha provocato conseguenze non di poco rilievo, tra cui la spaccatura dell’elettorato leghista e l’avvicinamento di moderati di centro, nonché la necessità da parte della Lega di doversi alleare con Forza Italia, fatto tra l’altro contestato da alcuni leghisti memori dell’affermazione di Salvini “mai più con Berlusconi”, in cambio del ritiro della candidatura di un’esponente leghista in Liguria a favore del consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti. Visti gli ultimi sondaggi elettorali, che delineano un discreto vantaggio di Zaia sugli avversari, l’alleanza con Forza Italia in Veneto risulta comunque essenziale per consentire al governatore uscente di mantenere un buon distacco specialmente sull’esponente del centrosinistra Alessandra Moretti, la rivale più accreditata.

Per il 31 maggio, data in cui i cittadini veneti saranno chiamati alle urne, si prospetta quindi un’esito incerto, non solo perché il centrosinistra della Moretti è in ascesa, ma anche per la leggera crescita che stanno dimostrando il MoVimento Cinque Stelle di Berti e le liste di Tosi, il quale, può contare anche sull’appoggio della maggioranza dei consiglieri regionali che nell’ultimo mandato hanno sostenuto Zaia.

Il progetto di Tosi travalica i confini regionali e, come lui stesso ha recentemente affermato, il Veneto sarà un “laboratorio” in cui sperimentare la creazione di un movimento in grado, da un lato, di recuperare i voti dei leghisti che non si identificano con le proposte nazionaliste e le politiche di coordinazione “milanocentriche” di Salvini, dall’altro di sopperire al crollo di Forza Italia, principale movimento dei moderati liberali, cercando i consensi dei centristi e di quella parte dell’elettorato ex Popolo della Libertà ancora indeciso e confuso dalle diatribe interne, e di strappare qualche voto alla base elettorale moderata di Alessandra Moretti, recuperando quegli elettori moderati confluiti nella sfera consensuale del PD di Renzi. Fatta questa premessa, l’alternativa a Zaia è servita, e per accaparrarsi un largo consenso, Tosi intende creare come minimo cinque liste, tra cui anche la “Lista Tosi per il Veneto”, riproposizione su scala regionale di quella civica che lo portò a diventare primo cittadino di Verona.

L’ambizioso piano che Tosi vuole sperimentare in Veneto rientra nel più ampio progetto politico “Ricostruiamo il Paese”, il cui programma mira ad una costituzione nel lungo periodo di un centro destra incentrato sulla figura del sindaco scaligero. Tuttavia la disputa con Luca Zaia e con la Lega rischia di indebolire il centro destra veneto, offrendo al PD di Alessandra Moretti la chance di accorciare le distanze e al MoVimento Cinque Stelle di Berti di accelerare la propria crescita elettorale.

Anche nel nostro territorio la rottura di Tosi ha provocato diverse prese di posizione, avviando una diaspora leghista all’interno delle amministrazioni locali della Bassa Padovana.

I primi a dare il loro appoggio a Tosi sono stati Carlo Zaramella e Enrico Zovi, consiglieri di minoranza del Comune di Este. A Monselice l’ex sindaco Fabio Conte, prossimo alla candidatura nelle liste regionali che sostengono Tosi, assieme alla collega Cinzia Sguotti e agli assessori Gianni Mamprin e Ilenia Brigo, hanno già annunciato di voler creare un gruppo consiliare tosiano. Anche a Montagnana si prospetta un avvicinamento a Tosi, vista la vicinanza politica da parte del vicesindaco Claudio Arzenton.  L’effetto Tosi pare comunque avere travolto anche i Comuni minori, come Vighizzolo d’Este, dove il vicesindaco David Girotto, dopo avere condannato l’espulsione del sindaco veronese, ha garantito il proprio appoggio.