Taglio ai costi della politica e crociata anti Islam: Padova sotto la cura Bitonci

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Foto: www.lettera43.it
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L’aveva promesso, la musica sarebbe cambiata. E, non c’è alcun dubbio, sta mantenendo fede a quell’impegno. Massimo Bitonci, classe 1965, sposato con due figli, in passato parlamentare e sindaco di Cittadella, guida Padova da meno di un mese, ma ha già fatto parlare parecchio di sé. Leghista duro e puro, salutato con entusiasmo dai versanti più estremi del Carroccio (Gentilini ha confessato: “In lui rivedo me stesso”), sta sottoponendo la città a un restyling radicale, in aperta rottura con i suoi predecessori Flavio Zanonato e Ivo Rossi. Come, del resto, invocavano a gran voce tutti coloro che lo hanno preferito al candidato del Pd nel ballottaggio dello scorso 13 giugno.
Una delle prime mosse del nuovo primo cittadino padovano è stata il taglio ai costi della politica: disdetti i contratti di noleggio delle auto blu, per un risparmio previsto di 100 mila euro. “Io guiderò la mia macchina e lo stesso faranno gli assessori. Quando, e se ce ne sarà bisogno, girerò con la Panda del Comune o mi farò accompagnare dalla Polizia Municipale. Gli autisti avranno altre funzioni comunali”. Un segnale forte, a pochi giorni dall’insediamento. Una mossa dal sapore quasi renziano, di sicuro impatto mediatico. Accompagnata, poco dopo, dall’annuncio della riduzione degli stipendi: quasi 700 euro in meno al mese per il sindaco, 400 per gli assessori. Niente male come inizio, per uno abituato alle fastosità di Palazzo Madama. Ma gli elettori, esasperati da furti, scippi, spaccio e accattonaggio, volevano di più. Nell’epoca dell’incertezza chiedevano sicurezza. Chiedevano vivibilità.
La risposta di Bitonci non è tardata ad arrivare e si è concretizzata principalmente contro la nutrita presenza straniera in città. Chiuso per tre mesi il market etnico in zona Arcella, dove la polizia ha fermato una donna nigeriana che nascondeva mezzo chilo di droga tra i vestiti della figlia. Rafforzati i controlli agli accattoni molesti, per i quali verranno impiegati anche i cani della Municipale. E, soprattutto, via alla crociata anti Islam. Stop alla concessione delle palestre comunali alle associazioni musulmane per la celebrazione del Ramadan. Crocifisso obbligatorio in tutti i luoghi pubblici. Scelte nette su questioni delicate, che hanno scatenato furiose polemiche. Prima il fotografo Oliviero Toscani, poi lo psichiatra Paolo Crepet, infine Famiglia Cristiana hanno attaccato duramente il primo cittadino padovano. “Complimenti signor sindaco. Se voleva accattivarsi le simpatie di qualche intollerante, l’iniziativa ha avuto successo. Nutriamo qualche dubbio, invece, che ciò serva davvero a far crescere la coesione di una comunità. Il bel crocifisso obbligatorio è l’altro cinguettante capolavoro postato da Bitonci. Come se le sorti e la difesa dei valori cristiani, della tradizione, dell’identità culturale occidentale e chi più ne ha più ne metta, fossero davvero affidate alla solidità del chiodo cui è appeso quel simbolo in legno” ha scritto senza mezzi termini il noto settimanale cattolico. Ma per il momento l’ex senatore leghista va avanti, convinto che la “cristianizzazione” di Padova riporterà in città ordine e tranquillità.
Davide Permunian