Strage di Parigi, parla l’esperto: “L’Islam un pretesto, ma l’Europa non fa abbastanza contro il terrorismo”

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In Francia sono stati giorni di paura e sangue. La paura della gente comune, travolta dall’onda emotiva di una violenza efferata e purtroppo umana, fin troppo umana. Perché, quando accadono fatti così atroci, dobbiamo smetterla di parlare di crudeltà bestiale e dunque estranea alla nostra natura: il male è dentro di noi, fa parte di noi, della nostra essenza. Piaccia o no, siamo anche questo. Esseri capaci di compiere gesti nobili, certo, ma anche feroci e spietati, gli unici tra tutte le specie animali a togliere, spesso senza rimorso, la vita dei propri simili. E poi il sangue. Il sangue dei vignettisti di Charlie Hebdo con la loro satira libera e irriverente, il sangue dei poliziotti vittime del dovere, degli ostaggi, dei terroristi guidati dall’assurda speranza che esista un Dio in grado di apprezzare tanta cieca barbarie. Avvenimenti terribili, che suscitano inquietanti domande sul presente e sul futuro del mondo. Ne abbiamo parlato con Filippo Pavan Bernacchi, scrittore, capitano degli Alpini ed esperto di geopolitica. 

– Oggi l’umanità sembra vivere una fase storica particolarmente difficile. E’ così secondo lei?

“Il mondo è instabile oggi come lo era ieri. Solo nel secolo scorso abbiamo avuto due Guerre Mondiali e diversi altri conflitti tragici, vedi Corea e Vietnam. Poi la Guerra del Golfo, l’Afghanistan, l’Iraq… La nostra intera storia è fatta di tensioni e violenze, spesso giustificate adducendo motivi religiosi per nascondere i veri obiettivi: potere, denaro, sesso. Oggi qualcuno vuole usare la religione islamica, interpretata alla lettera, senza contestualizzarla, per sottomettere popoli e nazioni.”

Com’è possibile che un grande Paese come la Francia abbia subito un simile attacco?

“La Francia è un paese multietnico che paga il suo passato imperialistico e l’affaire Algeria. Ma l’atteggiamento blando e garantista dell’Europa fa sì che i terroristi abbiano gioco facile. Stiamo vivendo il periodo che portò alla caduta dell’Impero Romano. Da un parte i Romani in declino, dall’altra popolazioni barbare assetate di terre, potere e denaro. Se l’Occidente non si sveglierà rapidamente inasprendo le regole, soccomberà.”

–  Forze di destra, ma anche tanti cittadini comuni, pensano che sia necessario fermare l’“invasione” di immigrati musulmani, alcuni parlano addirittura di disegno politico per islamizzare l’Europa. Lei è d’accordo con queste tesi?

“L’Islam è collegato a filo doppio con Ebraismo e Cristianesimo. Le religioni non sono cattive di per sé, ma lo diventano quando i testi sacri vengono presi alla lettera, o sono interpretati da uomini per loro fini. Nessun Dio può teorizzare la morte di altri esseri umani che hanno altre credenze. Anche il Cristianesimo è caduto i questi errori e abbiamo avuto l’Inquisizione e la caccia alle streghe. L’Islam però ha circa 700 anni di ritardo (nacque nel VII d.C., ndr), per cui deve fare ancora tanta strada verso il rispetto delle idee di tutti.”

– Qual è la strategia che dobbiamo adottare per affrontare la minaccia dell’estremismo islamico? 

“Bisogna essere tutti uniti e adottare medicine amare come hanno fatto i tanto criticati Americani dopo l’11 settembre.”

A cura di Davide Permunian