Pfas, Borghesan scrive a Zaia: «Pronti a un’azione collettiva contro i responsabili»

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MONTAGNANA. Un’azione legale di tutela collettiva contro i responsabili del disastro ambientale dei Pfas, per sostenere le imprese e i cittadini della Bassa Padovana, già danneggiati dalla crisi. È quanto sta valutando di promuovere la Giunta di Montagnana, che nella persona del sindaco Loredana Borghesan ha scritto nei giorni scorsi al presidente del Veneto Luca Zaia, all’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin e all’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan.

La Regione ha stanziato 40 mila euro per il monitoraggio e l’analisi delle acque nei 21 Comuni individuati come più rappresentativi dell’area contaminata. Tra questi è compresa Montagnana, alla quale sono state garantite 25 campionature; un numero insufficiente al controllo di tutti i pozzi presenti nel territorio. Sarà quindi il Comune a finanziare le analisi per i restanti pozzi dei privati e delle imprese agricole e zootecniche che, secondo quanto stabilito dalla delibera della Giunta regionale n. 618/2014, dai conseguenti interventi disposti dalle Ulss competenti, e dall’ordinanza comunale del 2 marzo scorso, hanno il dovere di analizzare la propria acqua a cadenza annuale o semestrale.

«L’intervento della Regione è importantissimo, fondamentale – scrive Borghesan – ma il fatto di porsi come una tantum,”una volta soltanto”, ci richiama a una riflessione sul futuro, che va affrontata da subito e con determinazione in tempi strettissimi, affinché le nostre imprese non entrino ancor di più in sofferenza, sobbarcandosi, in virtù delle ordinanze pubbliche emanate, costi elevati e ripetuti, per un’emergenza sanitaria e ambientale che è stata determinata da un responsabile ben preciso. E questo non solo per le imprese di Montagnana, in un certo senso ora favorite dall’intervento della Regione, ma per tutte le aziende agricole e zootecniche di un territorio economicamente disagiato e fragile come quello della Bassa Padovana».

Il sindaco di Montagnana chiede quindi alla Regione di intervenire ulteriormente, «prevedendo a bilancio un rimborso totale dei costi sostenuti dai nostri cittadini e dalle nostre aziende. Un impegno certo molto pesante e oneroso, ma che ravviso come elemento di necessità e di opportunità prospettica». A meno che la Regione non pensi piuttosto di «costringere i responsabili dell’inquinamento ambientale a farsi carico non solo di questi costi, ma degli immensi danni di natura sanitaria, sociale, economica che purtroppo emergeranno nei prossimi mesi e nei prossimi anni». Da qui l’idea di un’azione legale di tutela collettiva, «un’iniziativa che potrebbe allargarsi progressivamente ad altri Comuni e ad altri territori, proprio in considerazione dell’altissimo grado di preoccupazione e di esasperazione raggiunto».