
Durante l’ormai abituale “colazione democratica” del sabato mattina, organizzata dai dem monselicensi nella sede locale del partito, i consiglieri hanno avuto modo di presentare alla stampa la mozione che verrà discussa mercoledì 6 aprile durante il consiglio comunale. Questa riguarda le modalità di pagamento dei tributi locali (come Imu e Tasi) per i cosiddetti “proprietari senza redditi”, ossia i cittadini che, causa crisi, licenziamento o messa in cassa integrazione, sono costretti a evadere il pagamento tributario per riuscire ad arrivare alla fine del mese. Stando alle parole del consigliere Rino Biscaro, sarebbero circa 450 i soggetti, tra famiglie e aziende, che nell’ultimo anno e mezzo non sono stati in condizione di (o non hanno voluto) pagare l’imposta sulla raccolta differenziata dei rifiuti; l’evasione tributaria, ripetuta nel tempo, causa un forte debito verso la pubblica amministrazione, creando così un vero e proprio caso.
La mozione, i cui firmatari sono i tre consiglieri del Pd (Biscaro, Corso e Ivis), si propone di trovare una soluzione al problema: utilizzare, almeno per quel che riguarda i casi di mancanza di reddito, il lavoro socialmente utile come moneta per saldare debiti e tributi con la PA. La possibilità di azione dell’amministrazione monselicense, per una volta, è tutt’altro che ristretta: grazie all’art. 24 del decreto legge 133, il cosiddetto “Sblocca Italia”, per i comuni sarebbe possibile definire modalità, criteri e condizioni per la realizzazione degli interventi da compiere nel territorio, oltre che dettare tempi, periodi e limitazioni varie ed eventuali. I LUC (lavori di utilità collettiva) riguardano svariati campi e attività: pulizia, manutenzione, decoro urbano, abbellimenti di aree verdi, che porterebbero sicuramente vantaggio alla città della Rocca. La normativa sopracitata ha inoltre una potenzialità aggiuntiva, ossia la retroattività: sarà possibile infatti ripagare, tramite le modalità elencate, i debiti contratti tramite l’evasione, fino a 5 anni dal mancato pagamento. Secondo i dem questa soluzione sarebbe in grado di permettere la sussistenza dei soggetti interessati e, al tempo stesso, di fare in modo che i debiti con le casse comunali vengano saldati, portando vantaggi a tutta la collettività.
Una soluzione che, in fin dei conti, potrebbe fare comodo a tutti senza riscuotere eccessive lamentele: è ciò che si augurano i firmatari, i quali porteranno di fronte al consiglio alcuni casi di comuni italiani (circa un centinaio) in grado, tramite questa particolare forma di “baratto amministrativo”, di ridurre al minimo i debiti.