
Isis, Hamas, Boko Haram, Al Quaeda. Nomi che sentiamo continuamente pronunciare, nomi che per noi forse non hanno molto senso ma che altrove significano terrore, morte e distruzione. Stiamo parlando di uno dei problemi più grandi della nostra epoca: l’estremismo islamico. Gli effetti di questa tremenda piaga sono drammaticamente chiari: vite spezzate, famiglie disintegrate, sogni di pace mandati in frantumi. E tutto nel nome di Dio.
Di fronte a tanta sanguinosa ferocia, la prima e naturale reazione è quella dello sconcerto. L’orrore ci ammutolisce, ci fa sentire impotenti, smarriti, pieni di domande eppure privi di risposte. Poi, in un secondo momento, si cerca di capire. Perché le bombe, i sequestri, le esecuzioni? Molti una risposta l’hanno trovata nella dura analisi di Oriana Fallaci. Subito dopo l’11 settembre 2001, infatti, la giornalista scriveva:
“Continua la fandonia dell’Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell’integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un’esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be’, il nemico non è affatto un’esigua minoranza. E ce l’abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d’occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all’occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l’automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che trattiamo da amico.”
Nessun dubbio trapela da queste parole. L’avversario principale contro il quale l’Occidente dovrebbe impegnarsi in una lotta senza quartiere è l’Islam. Non il terrorismo, non l’estremismo islamico, ma l’Islam in sé, il male per eccellenza. Non esistono musulmani moderati e non ci può essere integrazione o dialogo tra Noi e Loro. La società multiculturale, nella quale convivano in pace norme, tradizioni e credenze diverse, è un modello impossibile da applicare nella realtà. Se l’Europa proseguirà sulla strada intrapresa, si profetizza, la cultura occidentale verrà spazzata via nel giro di qualche decennio.

Ovviamente la Fallaci non era una sprovveduta. Si guardava intorno e vedeva l’umanità affacciarsi al nuovo millennio con tanti nodi irrisolti. L’attacco alle Torri Gemelle ebbe un peso enorme nella formulazione delle sue teorie. E, del resto, non poteva essere altrimenti. Dopo l’11 settembre ci siamo sentiti tutti Americani. Uniti come mai prima nella guerra al terrore, in difesa della libertà, della democrazia e dei diritti. Convinti che lo scontro tra le due civiltà, quella occidentale e quella islamica, fosse cominciato, eravamo naturalmente portati a schierarci con la cultura che avevamo respirato sin da piccoli. Da una parte noi, i buoni, dall’altra loro, i cattivi: il solito, semplicissimo schema. Un po’ troppo semplice, forse, per riuscire a spiegare davvero un mondo complesso come il nostro. Ma allora torniamo al punto di partenza: come spiegare il terrorismo islamico?
“Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro.”
“Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all’altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatta all’altro.”
“Ogni malizia è nulla di fronte alla malizia di una donna, possa piombarle addosso la sorte del peccatore!”
“Non seguirete altri dèi, divinità dei popoli che vi staranno attorno, perché il Signore tuo Dio che sta in mezzo a te, è un Dio geloso; l’ira del Signore tuo Dio si accenderebbe contro di te e ti distruggerebbe dalla terra”
Questi versetti incitano alla violenza e all’omicidio. Inneggiano alla vendetta, all’intolleranza e demonizzano le donne. In essi non c’è traccia né di amore, né di perdono. Non fanno parte del Corano. Sono tratti dall’Antico Testamento, la parte della Bibbia considerata sacra sia dai cristiani, sia dagli ebrei. Ora, se una persona prendesse per veri questi dettami e li mettesse in pratica, non dovrebbe forse essere considerata fanatica e pericolosa? Probabilmente sì. I fondamentalisti cristiani ed ebrei però, direbbe qualcuno, sono pochi, pochissimi rispetto a quelli di fede musulmana. Verissimo. Ma altrettanto vero ed evidente ne è anche il motivo: mentre le società dell’Occidente, con il progresso economico e civile, hanno intrapreso un cammino verso la laicità, le aree più povere del mondo non hanno avuto la stessa opportunità. In molti Paesi dell’Africa e dell’Asia la gente vive situazioni di miseria che noi non possiamo neppure immaginare. Senza cibo, senza acqua, senza istruzione. Senza futuro. Quando non hai niente, per andare avanti devi pur aggrapparti a qualcosa che dia un minimo di senso a quel niente. E la religione nella sua interpretazione più radicale, purtroppo, spesso diventa proprio questo. Se combatti, Dio ti ricompenserà. Fatti saltare in aria in mezzo a una folla di infedeli e raggiungerai il Paradiso.

No, il vero nemico non è l’Islam. Il nemico è il testo sacro interpretato in modo letterale, Bibbia o Corano che sia, senza tenere conto delle circostanze storiche che l’hanno dato alla luce. I nemici, soprattutto, sono la povertà e l’ignoranza che affliggono miliardi di persone in tutto il Pianeta, perché è su questi elementi che le organizzazioni terroristiche si basano per crescere e sopravvivere. I droni non bastano da soli a fermare la follia dell’integralismo religioso: occorre estirpare il male alla radice, eliminandone le cause. Utopia? Forse. Una cosa però è certa: continuando a bombardare e a sfruttare senza criterio le risorse naturali dei Paesi più poveri non faremo altro che alimentare l’odio antioccidentale. E’ la cultura la chiave di tutto. Prima lo capiremo e meglio sarà per il mondo.
Davide Permunian
Grande Davide concordo “…la cultura e’ la chiave di tutto.”
Il Grande Domenico De Masi nel suo libro bellissimo ” Mappa Mundi.Modelli per una società senza orientamento” che invito tutti a leggere ,a pag. 257 scrive :”Le linee di frattura tra le diverse culture saranno le linee di scontro delle battaglie future.Prima che ciò avvenga,meglio costruire un modello di vita interculturale capace di espellere dal comportamento umano le tossine dell’odio e della stupidità per valorizzare sinergicamente le pulsioni creative e le esperienze esaltanti di cui pure l’umanità dispone.”
E’ vero dopo l’11 settembre ci siamo sentiti tutti americani,e’per questo che oggi non possiamo non sentirci mussulmani ,e tantomeno ebrei o cristiani ,perché i modelli che queste civiltà esprimono sono completamente diversi rispetto alla barbarie a cui stiamo assistendo,possono insieme aiutarci ad essere più umani ed a progredire .
RIFIUTIAMO LA GUERRA E LA VIOLENZA IN RISPOSTA ALLA VIOLENZA.
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