Italian Outlook – Il calcio è di chi lo violenta

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IL CALCIO È DI CHI LO VIOLENTA
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La sconfitta per il calcio italiano è totale.
Dopo il declassamento dell’Italia nel ranking UEFA a vantaggio del Portogallo, per il nostro calcio arriva un’ennesima sconfitta, ben più grave.
Sabato sera doveva essere una festa, doveva essere l’ennesima dimostrazione di come lo sport sia in grado di coinvolgerci in un vortice di emozioni e passione unico, portando migliaia di persone allo stadio e ipnotizzandone milioni davanti allo schermo.
Doveva essere, semplicemente, la sera in cui Napoli e Fiorentina si affrontavano per la conquista della coppa nazionale ma alla fine, più del 3-1 dei partenopei sui viola, l’immagine che la finale di Roma consegna alla storia del calcio è quella di un capo ultra del Napoli, Gennaro De Tommaso, soprannominato“Genny à carogna”, che tratta con la Polizia per decidere se giocare o meno la partita, a causa degli scontri precedentemente svoltisi nei pressi dello Stadio Olimpico, nei quali un tifoso napoletano è stato gravemente ferito da un colpo di pistola per mano di Daniele De Santis, ultra della Roma famoso per essere riuscito a far rinviare il derby Lazio-Roma del 2004.
Immagine triste per chi crede che trattare con un capo ultra sia di per sè una sconfitta. Ma lo è ancora di più perché Genny indossa una maglietta con la scritta “Speziale libero”.
Antonino Speziale è il tifoso accusato e condannato per la morte dell’ispettore capo della polizia Filippo Raciti, deceduto durante gli scontri nel derby Catania-Palermo nel febbraio del 2007.
L’immagine emblematica arriva qualche minuto prima della gara, già posticipata di quasi 45 minuti, quando il capitano del Napoli Marek Hamsik va sotto la curva per trattare con Genny, per chiedergli di calmare la curva e poter giocare. Genny acconsente e la partita puo’ iniziare ma prima, come da regolamento, parte l’inno di Mameli, questa volta accolto da una bordata di fischi.
Tutto questo accadeva sotto gli occhi di Renzi e Grasso, tutto questo accadeva sotto gli occhi di migliaia di persone e di famiglie ammutolite dinanzi alla pioggia di fumogeni e petardi, scagliati contro le forze dell’ordine a bordo campo.
Dicono che il calcio sia di chi lo ama, in Italia è di chi lo violenta, abusato per fini deplorevoli atti a creare confusione e scompiglio, ancora una volta ostaggio di un manipolo di gente senza scrupoli che ha saputo sostituire il profondo senso d’appartenenza alla propria squadra con l’odio smisurato e gratuito verso altre tifoserie, il tutto intriso da confusi ideali politici estremisti, facendo passare il calcio in secondo piano.
Immediate le reazioni dal mondo politico, dallo stesso Renzi che annuncia norme più severe e una maggiore responsabilizzazione dei club, ad Alfano che propone il daspo a vita, fino al Presidente della Repubblica Napolitano che chiede ai club di “non trattare con i facinorosi”.
E mentre aspettiamo, l’Europa del calcio e non solo ci guarda indignata, dando ancora una volta forza e ragione a quei pregiudizi che da troppo tempo non riusciamo più a scrollarci di dosso.
PONTIDA 2014
Pontida 2014
Domenica 4 Maggio si è svolto, come da tradizione nel piccolo comune bergamasco di Pontida, il raduno annuale della Lega Nord.
Questa Pontida è stata inevitabilmente incentrata in vista delle prossime elezioni europee, come facilmente intuibile dai grandi manifesti “Basta €uro” e “Un’altra Europa è possibile” sullo sfondo del palco.
Il segretario federale  Matteo Salvini ha parlato della necessità di uscire dall’euro, dalla Lega definita una “moneta criminale” che soffoca l’economia, dell’emergenza immigrazione, della crisi economica, dell’abrogazione della legge Fornero e infine anche delle vicende secessioniste in Veneto, culminate con l’arresto di 24 persone, delle quali 6 erano presenti.
Dure critiche sono arrivate per il Ministro degli Interni Angelino Alfano, accusato di non curare adeguatamente la questione immigrazione, per il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, definito il “megalomane di Firenze” e per il leader del M5S Beppe Grillo, rimproverato di non essere chiaro nell’ esposizione delle proprie idee sull’ euro e sull’ immigrazione, lasciando comunque aperta una via per un confronto.
Sul palco sono intervenuti anche Cota, Maroni e Zaia, governatori rispettivamente di Piemonte, Lombardia e Veneto, oltre all’ex leader della Lega Umberto Bossi.
BAGARRE RENZI GRILLO
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Il premier Matteo Renzi, segretario del Pd, alla direzione nazionale del partito ha fatto il punto sulla campagna elettorale per le Europee del 25 maggio 2014 e ha smentito chi lo accusava di basare l’intero programma sugli 80 euro in più in busta paga per molti lavoratori, così come previsto dal decreto Irpef approvato un paio di settimane fa.
Il premier ha anche replicato agli attacchi nei suoi confronti del leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, definito uno sciacallo, che lo aveva accusato di essere affetto “da un grave disturbo della personalità“.
Il leader pentastellato si dice sicuro di vincere le prossime elezioni europee e propone un referendum per l’uscita dall’euro, accusando apertamente Renzi sulla politica economica sino ad ora portata avanti, rimproverandogli  di portare il lavoro ad una precarizzazione continua.
Infine, per concludere il ménage a trois, Berlusconi ha dichiarato di non escludere la possibilità di rientrare nella maggioranza “per il bene del paese” qualora ci dovesse essere la necessità di prendere delle decisioni importanti, accusando pesantemente Grillo di avere mire totalitarie, paragonandolo a Robespierre, e torna a criticare la legge sul Senato, affermando che dopo la riforma “ il Senato diventerebbe un dopo lavoro per i sindaci in gita turistica a Roma”.
Maverik Allegro