Il centrosinistra vince le elezioni comunali 2014 conquistando nei due turni 20 sindaci nei comuni capoluogo di provincia (ha vinto in 161 comuni sopra i 15000 abitanti, 32 più di prima), grazie anche all’effetto traino prodotto dalla schiacciante vittoria alle elezioni europee del Partito Democratico e del suo leader Matteo Renzi.
E’ innegabile infatti che il vincitore dell’ultima tornata di ballottaggi è proprio il leader piddino, senza la sua leadership in campo, tanto detestata dalla sinistra interna che critica il “partito personale” che ne deriverebbe, il PD vince solo dove il centrodestra, colpito nell’immagine dalla brutta batosta subita alle elezioni europee, esce da una fase governativa.
Senza Renzi probabilmente il PD di Letta, adagiato sulle larghe intese, sarebbe stato punito alle urne e oggi i democratici si troverebbero di fronte ad una crisi profonda.
Altra prova a favore del “fattore Renzi” è che il PD ha perso i ballottaggi in cui il candidato di centrosinistra era sindaco uscente o marcatamente antirenziano.
Il centrodestra conquista 7 capoluoghi di provincia, 1 il M5S e 1 le liste civiche.
Al di là dei numeri è però importante soffermarsi sul consenso degli elettori e sui cambi di direzione avvenuti in comuni che da quasi un secolo sono stati roccaforte di alcuni movimenti politici, il caso più eclatante è sicuramente Livorno, passata al M5S dopo 70 anni di centrosinistra.
Quest’ultimo ha strappato al al centrodestra i comuni di Pescara, Bergamo, Cremona, Pavia, Campobasso, Biella, Verbania, Vercelli, Prato, Caltanissetta e ha confermato Cesena, Ferrara, Forlì, Modena, Reggio Emilia, Pesaro, Bari, Sassari, Firenze e Terni. Il centrodestra ha strappato al centrosinistra Potenza, Urbino, Foggia, Perugia, Padova e ha confermato Teramo e Ascoli Piceno.
BITONCI NUOVO SINDACO DI PADOVA
Con circa il 54% dei consensi, Massimo Bitonci, senatore della Lega Nord, è il nuovo sindaco di Padova, dopo aver battuto il candidato piddino Ivo Rossi.
Quest’ultimo, già vicesindaco durante l’ultimo mandato Zanonato, paga caro alcuni errori, come quello di non aver saputo interpretare nel modo giusto il cambio di consensi già ravvisabile alle ultime primarie, vinte di misura, e di aver voluto continuare il programma di Zanonato, da un pezzo in calo di popolarità e legato all’ala bersaniana del PD, sempre sostenuta ma all’ultimo rinnegata da Rossi, per schierarsi con l’ala renziana in ascesa di consensi.
Massimo Bitonci si è detto subito pronto a lavorare e a porre molte correzioni alle misure intraprese dalla precedente giunta comunale, come ad esempio l’ordinanza antialcol di Rossi, potenziando il divieto di consumo ma dando nuovamente il permesso di poterlo vendere ai bar e ai supermercati che erano stati colpiti dall’ordinanza.
Bitonci si è detto poi contrario alla città metropolitana e al progetto PaTreVe, poiché rappresenterebbe una minaccia per l’autonomia e per i conti del comune, vista la non facile situazione finanziaria in cui versa Venezia.
In seguito ha poi preannunciato un taglio del personale e il blocco del turnover dei dipendenti, ravvisando in questi un fattore penalizzante per i conti e per l’efficienza amministrativa del comune.
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