A 10 giorni dalle Elezioni Europee, e da meno di un mese dalla presidenza del semestre europeo, ci troviamo di fronte ad uno spettacolo già visto, come nel lontano ’92. Ma da quell’anno in avanti la situazione non è minimamente cambiata. Anzi. Come ben dice un famoso detto “cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa“. Sì, proprio così. I fatti accaduti negli ultimi giorni a Milano, ci dimostrano per l’ennesima volta che siamo un Paese assai arretrato, da un punto di vista civile. Di fronte ad un evento di portata planetaria come l’Esposizione Universale, che dovrebbe mostrar al mondo la nostra meravigliosa e unica cultura, la magistratura scopre come le gare di appalto per alcuni lavori siano state truccate e quindi siano diventate illegali, da parte di alcuni imprenditori, faccendieri e politici corrotti. Essi hanno mostrato al mondo i difetti peggiori per cui eravamo e ora siamo,grazie a loro, ancora più famosi: inosservanza delle regole, corruttibili, indifferenti verso il dovere giuridico e civico. Ora, è facile per tutti “gettar benzina sul fuoco “ e rincarare la dose. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, certo. Ognuno tragga le proprie conseguenze ma non è giusto che per una manciata, e forse più, di delinquenti si macchi di viltà morale, nonché di redenzione “onesta“ da questa crisi, l’intero popolo italiano.
RENZI: “AVANTI CON L’EXPO”
«Expo, chi ha sbagliato paghi. Ma ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro. Si fermano i ladri, non si fermano i lavori.#Italiariparte». Così Matteo Renzi su Twitter ribadisce nel tardo pomeriggio quello che aveva evidenziato questa mattina a Milano. Prima la visita a una scuola elementare, poi l’arrivo alla sede di Expo 2015, accompagnato dal presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, che guiderà una task force per il controllo sull’operatività di Expo. Sono alcuni degli appuntamenti del premier Matteo Renzi, oggi a Milano per dire alla città che «Lo Stato è più forte dei ladri» e «Chi ruba va fermato, ma non si fermano le opere, si fermano i delinquenti».
Al centro della visita del premier, un vertice su Expo 2015 dopo lo scandalo che ha visto coinvolti i vertici della manifestazione. Alla riunione di questa mattina erano presenti presenti, oltre a Renzi e Cantone, Giuseppe Sala, commissario straordinario per Expo, Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. A pochi metri dalla sede della società, si sono anche radunati alcune decine di manifestanti con cartelli e bandiere rosse con la scritta “Stop sfratti, sgomberi e pignoramenti”. I contestatori, tenuti sotto controllo da un cordone di Polizia, hanno urlato al premier “Expo è una truffa”.
GRILLO: “LA MAGISTRATURA BLOCCHI L’EXPO”
Attacco a muso duro del leader del M5s contro tutti: «Renzi dice che ci mette la faccia ma gli italiani ci mettono il c…». E poi «Se vinciamo noi, facciamo una gita a Roma»
Grillo arriva a Milano per una conferenza stampa alla discoteca “La banque“, dove si schiera per uno stop immediato dell’opera. Poche ore prima, dalla stessa Milano, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ribadito l’impegno del governo perché “lo Stato è più forte dei ladri”. La pensa diversamente il il leader 5 stelle: “Deve essere fermato tutto perché ci sono ancora in ballo 4-5 miliardi. Ma vanno arrestati i leader politici, non questi poveracci. Dobbiamo aprire gli occhi, l’Expo non è stato pensato per dare un’immagine dell’Italia al mondo. L’hanno fatto per riciclare denaro, è un’associazione a delinquere”. E ha continuato attaccando Cantone: “Arriva il super commissario dell’anticorruzione. Il super commissario va a commissariare il commissario. E quello che c’era dice: ‘Non mi sono accorto’. Quando siamo entrati con un pullman con 40 parlamentari dentro i cantieri di Expo, ho visto un campo con milioni di metri quadri e nulla. Non c’era nulla. Adesso la magistratura si sta muovendo, secondo me, perché sa che c’è una forza politica importante, forse la prima del Paese, che non gli va contro. Ecco perché sono intervenuti dopo che siamo andati noi all’Expo”.
BERLUSCONI: “FATTO FUORI PERCHE’ CONTRASTAVO LA GERMANIA”
Forza Italia si schiera compatta intorno al suo leader e chiede al governo chiarimenti urgenti su quanto rivela Timothy Geithner, ex segretario americano del Tesoro, nel suo saggio Stress Test. Nel suo libro, di cui la Stampa ha pubblicato degli stralci, Geithner racconta che nell’autunno del 2011, quando la drammatica crisi economica aveva portato l’euro a un passo dal baratro, alcuni funzionari europei lo avvicinarono, proponendo un piano per far cadere il premier italiano Berlusconi. Lui lo rifiutò e puntò invece sull’asse col presidente della Bce Draghi per salvare l’unione e l’economia globale. “Ad un certo punto, in quell’autunno – scrive Geithner – alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell’Fmi all’Italia, fino a quando non se ne fosse andato”.Berlusconi non è sorpreso, anzi, si dice “soddisfatto”. “Non sono sorpreso. Ho sempre dichiarato che nel 2011 nei confronti del mio governo, ma anche nei confronti del mio Paese, c’è stato tutto un movimento che era partito dal nostro interno ma poi si è esteso anche all’esterno per tentare di sostituire il mio governo, eletto dai cittadini, con un altro governo”, ha detto al Corriere.it, intervistato da Alan Friedman. E poi ha aggiunto al Tg5: “Ci fu una precisa volontà di togliere di mezzo un presidente del consiglio democraticamente eletto che contrastava gli interessi sbagliati di altri Paesi, a cominciare dalla Germania”.
Umberto Marsilio