Si è conclusa una settimana particolare per la politica italiana. La bocciatura degli emendamenti sulle quote rosa della nuova legge elettorale, l’Italicum, il Congresso dei Fratelli d’Italia, l’espulsione di altri dissidenti all’interno del Movimento 5 Stelle. Tutto questo in un contesto di fervida attesa sull’esito delle riforme che il Governo Renzi ha promesso di realizzare in tre mesi. Ciò che traspare da questi avvenimenti è la percezione di una tensione generale, sia nella maggioranza sia nelle opposizioni, sullo svolgersi e non degli eventi che caratterizzano i soggetti politici, da un punto di vista elettorale ovviamente.
GRILLO: “VOGLIO UN MOVIMENTO DI FEDELISSIMI”
Giuseppe Grillo, detto Beppe, procede diritto nell’espulsione dei 5 senatori dissidenti, ovvero di coloro che si sono detti disponibili a dialoghi, e se possibile accordi, con il PD e la coalizione di Governo. Ciò ha provocato discussioni interne al Movimento, che non sembrano trovar tregua. I fedelissimi difendono le mosse del loro leader dicendo che si tratta solamente di rispetto del regolamento dello Statuto. Lo stesso Grillo ha definito questa operazione necessaria per la coesione del Movimento in vista delle Elezioni Europee.
BOCCIATI GLI EMENDAMENTI SULLE QUOTE ROSA: DEPUTATE PD ABBANDONANO L’AULA PER PROTESTA
Non passa alla Camera il “trittico” di emendamenti destinati a rivoluzionare la presenza delle donne nelle liste elettorali. A scrutinio segreto, l’Aula ha infatti bocciato l’emendamento sulle quote rosa che prevedeva l’alternanza uomo-donna nelle liste («nella successione interna delle liste non possono esservi 2 candidati consecutivi del medesimo genere»). I voti contrari all’emendamento, bocciato nel corso delle battute finali dell’esame della riforme elettorale, sono stati 335, e i favorevoli 227. Lo scrutinio segreto era stato richiesto da 39 parlamentari di Fi, Fdi, Ncd e Udc. Ciò ha provocato la protesta delle deputate Pd, con successivo abbandono dell’aula.
RENZI: “TAGLIERO’ L’IRPEF”
Colpo di scena e accelerazione improvvisa sul taglio del cuneo fiscale: mercoledì prossimo il consiglio dei ministri varerà per decreto una riduzione dell’Irpef per il valore di circa 10 miliardi. Si profilano fino a 80 euro in più netti in busta-paga al mese per il 2014 per i redditi sotto i 25 mila euro lordi. Scongiurato dunque l’effetto-pizza che aveva provocato critiche e ironie alla volta del governo Letta-Saccomanni, che non era riuscito ad andare oltre ai 15 euro al mese: somma che tuttavia si aggiungerà alla nuova operazione portando il bonus complessivo vicino ai 100 euro. Accantonata l’idea, circolata fino all’ultimo momento, di indirizzare tutti i 10 miliardi sull’Irap delle imprese. Non si esclude, se ci saranno risorse, un “segnale” per aziende: ma in una seconda fase.
Umberto Marsilio