
ESTE. In Consiglio comunale si torna a discutere di immigrazione. Il tema è tornato d’attualità nel corso della seduta di mercoledì sera, durante l’approvazione del bilancio di previsione del triennio 2016-2018, passato con 10 voti favorevoli e 4 contrari. Pomo della discordia è l’adesione di Este al bando Sprar – il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati -, a cui hanno aderito anche i Comuni di Baone e Ospedaletto Euganeo. Partecipando al bando, i tre Comuni si sono resi disponibili ad accogliere 30 richiedenti asilo riconosciuti come rifugiati politici, secondo un processo di “accoglienza integrata” – o “seconda accoglienza” – che va oltre la sola distribuzione di vitto e alloggio: si va dai corsi di italiano all’inserimento dei bambini a scuola, fino al sostegno psicologico e all’orientamento lavorativo. L’adesione allo Sprar ha portato i tre Comuni alla fine della “prima accoglienza“, ossia degli arrivi d’emergenza che hanno costellato le cronache degli ultimi mesi. Il numero dei profughi ospitati nell’Estense rimarrà quindi bloccato a 130. L’iniziativa durerà 20 mesi e costerà circa 820 mila euro, cifra che sarà sborsata solo in piccola parte dai tre enti comunali.
Centro della discussione è proprio la spesa economica richiesta dal progetto. Un progetto «meritevole per le finalità alle quali è proposto» concede il consigliere d’opposizione Sergio Gobbo, le cui osservazioni «sono rivolte alle disparità di trattamento che ormai stanno subendo i nostri concittadini rispetto a tali persone. Se parliamo di solidarietà sociale, visti gli ingenti importi, le modalità operative e le strutture che saranno messe a disposizione per questo progetto, si può facilmente dire che non siamo solidali nei confronti dei nostri cittadini» sottolinea l’ex Pdl. «Come mai tali trattamenti non vengono riservati anche ai nostri concittadini? Ci sono molte famiglie in difficoltà economica, molte persone che hanno perso il posto di lavoro, che fanno fatica ad arrivare a fine mese e a pagare un affitto, che sono state sfrattate o hanno subito delle esecuzioni immobiliari. Con 820 mila euro si potrebbero aiutare tantissimi nostri concittadini e famiglie in difficoltà, in numero notevolmente superiore alle 30 unità» spiega Gobbo, che lamenta un mancato coinvolgimento delle minoranze, soprattutto in un momento così delicato a livello internazionale. «Ritengo che un progetto di integrazione di tali persone doveva essere condiviso con tutte le forze politiche perché visti gli ultimi avvenimenti accaduti a Parigi e Bruxelles, sarebbe opportuno avere più informazioni sulla provenienza di queste persone. Sarà mia cura portare tale argomento all’attenzione dei nostri rappresentanti regionali affinché gli stessi presentino un’interrogazione».