Procedendo con la fusione, Este e Ospedaletto rischiano il commissariamento. A dirlo, nel corso di una conferenza stampa congiunta, le forze d’opposizione del Consiglio comunale atestino. “Nelle prossime settimane la Regione sarà impegnata nella discussione del bilancio. Tenendo conto che il progetto deve essere esaminato anche dalla Consulta degli Enti locali, secondo noi sarà molto difficile indire il referendum in tempi utili per evitare un lungo periodo di commissariamento” spiega Sergio Gobbo (Pdl). “Chiediamo alle due Amministrazioni di sospendere il processo referendario. Ciò permetterebbe di superare le problematiche legate alla frettolosità del percorso e di affrontare con con calma il tema dopo le prossime elezioni, coinvolgendo davvero i cittadini.”
Rincara la dose Carlo Zaramella (Lista Tosi). “Il mio gruppo è stato il primo a denunciare questo pericolo in Consiglio. Noi non ci possiamo permettere di demandare il governo della città a un funzionario nominato dal prefetto: significherebbe rinunciare per almeno un anno a una vera programmazione, proprio in una fase in cui il territorio ha più che mai bisogno della politica”. Il consigliere tosiano, poi, critica la scelta di aver posto Sesa al centro della questione. “L’approvazione dell’atto unilaterale d’obbligo, con cui l’azienda si impegna a non espandersi verso Ospedaletto fino al 2035, è stata una mossa per togliere un argomento al fronte del no, ma in concreto non si è approdati a nulla. Parolo ha solo rallentato la fusione tenendo in scacco politicamente due comunità”. Lo scorso settembre in un’intervista Stefano Parolo, assessore del Comune di Ospedaletto, si era dichiarato pronto a bocciare il progetto qualora non avesse ricevuto adeguate garanzie su eventuali futuri ampliamenti di Sesa. Ottenuto l’impegno, l’assessore aveva votato a favore, risultando decisivo nel far passare la proposta. Le opposizioni atestine, però, hanno sempre avanzato dubbi sul reale valore dell’atto.
“Il nostro vuole essere un richiamo alla responsabilità: gli amministratori devono tutelare i due enti dal rischio commissariamento. A questo proposito, stiamo pensando di elaborare un documento condiviso da presentare in Consiglio comunale” annuncia Zaramella. Chiude Gobbo: “Se si deciderà di andare avanti a oltranza, vorrà dire che il fine della fusione non è il bene della collettività ma l’interesse di qualcuno“.