
Oltre quattro ore di acceso dibattito, ma alla fine il Consiglio Comunale di Este approva a larga maggioranza la delibera che chiede alla Regione di indire il referendum sulla fusione. Dieci i voti a favore (quelli della maggioranza), due le astensioni (i tosiani Carlo Zaramella ed Enrico Zovi) e un parere contrario (Sergio Gobbo del Pdl). Esulta il sindaco Piva, spesosi molto nelle ultime settimane per far sì che la delibera venisse accolta anche a Ospedaletto. Ora il Consiglio Regionale dovrebbe dare l’ok a quella che tecnicamente è già una proposta di legge (e dunque non è costretta a passare prima attraverso la Giunta). Salvo sorprese, si andrà alle urne a febbraio 2016.
Il primo punto all’ordine del giorno riguardava l’atto unilaterale d’obbligo sottoscritto da Sesa, in cui la società (della quale il Comune atestino detiene il 51%) garantisce che non si amplierà verso Ospedaletto fino al 2035. Diverse le critiche avanzate dall’opposizione, con il Pdl che, oltre a mettere in dubbio il valore giuridico del documento, ha bollato come “errore politico” l’aver posto Sesa al centro della discussione sulla fusione. D’accordo anche i tosiani: Zaramella ha sottolineato che “l’Amministrazione può determinare la politica industriale dell’azienda solo fino alla scadenza del proprio mandato.” L’atto, dunque, avrebbe valenza limitata. Per il Pd, invece, si tratta di un impegno preciso in risposta ai timori dei cittadini. Bocciato l’emendamento proposto da Gobbo, che avrebbe voluto inserire nel testo l’impegno di Sesa a non allargarsi neppure verso Este. Il documento, una delle assicurazioni che Piva ha dovuto offrire sul tavolo delle trattative per ottenere l’appoggio dell’assessore Parolo, ago della bilancia a Ospedaletto, è stato approvato.
La seconda parte della serata ha invece avuto per protagonista la fusione vera e propria. Il primo cittadino atestino ha lanciato un appello a tutto il consiglio comunale (“Le novità fanno paura, ma noi dobbiamo dimostrare coraggio. Stasera si misurano la lungimiranza e la generosità di una classe politica”) e ha elencato, anche a beneficio del numeroso pubblico presente, i vantaggi che deriverebbero dalla costituzione di un unico super Comune, dalla sospensione del Patto di Stabilità agli ingenti risparmi di spesa e agli incentivi statali previsti dalla legge. “C’è però anche una comunanza di storia, non è solo un matrimonio di interesse. Sia Este sia Ospedaletto hanno più identità al loro interno, la fusione non ne cancella nessuna.” Mengotto ha evidenziato che “un territorio unito è in grado di esercitare una maggiore pressione a livello regionale” e ha invitato a non cadere nella “trappola del campanilismo”, dietro il quale spesso si celano “interessi di parte”. Accolto all’unanimità l’ordine del giorno presentato da Zaramella, dove si chiede alla Regione di indire il referendum in tempi utili per scongiurare lo slittamento delle elezioni amministrative al 2017 e dunque il commissariamento prolungato dei due Comuni. Gobbo ha motivato il proprio voto contrario con la mancanza di quel percorso condiviso con i cittadini che si sarebbe dovuto compiere negli anni scorsi: “Sarei favorevole, ma la gente non è abbastanza informata.” Anche Quadarella (Civiche) ha messo in guardia il Pd su questo punto: “Il rischio di fallire è molto alto, specie a Ospedaletto. Se vogliamo che il progetto vada in porto dobbiamo rimboccarci le maniche e cambiare passo.” Simile la posizione dei tosiani che, pur astenendosi, hanno promesso di impegnarsi nelle prossime settimane a spiegare ai cittadini tutti gli aspetti della fusione.