
Si è tenuto venerdì sera all’Istituto Atestino, in un’aula magna quasi al completo, l’incontro con il sociologo Renzo Guolo, grande esperto di Islam. La serata si è protratta per due ore, dalle 21 alle 23, e ha riscontrato ampio interesse da parte del pubblico presente, che ha rivolto al prestigioso ospite diverse domande.
La prima parte è stata dedicata a un inquadramento storico e concettuale del tema. E’ emerso così che l’obiettivo degli islamici radicali è prima di tutto quello di “reislamizzare” l’Islam, ovvero di tornare alla religione delle origini considerata l’unica vera fede. Lo jihād, letteralmente “sforzo sulla via di Dio” o “lotta per la difesa dei diritti di Dio”, viene prescritto dal Corano solo nel caso in cui i musulmani siano attaccati dall’esterno: l’estremismo, dunque, nasce da un’interpretazione distorta del testo sacro.
L’evento fondativo del fondamentalismo islamico è l’assassinio del presidente dell’Egitto (e Nobel per la Pace) Sadat nel 1981, da parte di un militante della Jihad egiziana. Il salto di qualità avviene negli anni Novanta quando si afferma Al Qaeda, organizzazione terroristica a lungo finanziata dall’Occidente in chiave anti sovietica, che teorizza per la prima volta una guerra santa su scala globale. Ma gli errori dell’Occidente non finiscono qui: ha avuto effetti disastrosi anche l’attacco all’Iraq di Saddam Hussein, che ha finito per destabilizzare l’intera area.
Il nemico numero uno di oggi, invece, l’Isis, si caratterizza per la costruzione di uno Stato, il Califfato, restaurando l’idea di un’unica leadership politica e religiosa del mondo islamico. Secondo Guolo l’Isis non è destinata a durare a lungo, in quanto la sua barbarie l’ha portata a dover fronteggiare una vasta coalizione comprendente tra l’altro diversi Paesi musulmani moderati. Il fondamentalismo, però, si manifesterà ancora in altre forme, finché le sue cause più profonde non verranno eliminate.
L’Isis, intanto, continua ad attrarre diversi seguaci grazie alla capacità di colmare un vuoto, offrendo degli ideali per cui combattere contro un Occidente che ha ridotto tutto a economia e amministrazione: è il fenomeno dei foreign fighters, soprattutto giovani, partiti per arruolarsi nell’esercito del Califfato. Nella parte finale Guolo ha ribadito come l’Islam, sebbene presenti problemi e contraddizioni importanti, sia altra cosa rispetto al radicalismo, che rappresenta invece una sua parte minoritaria.