
Le ragioni del “Sì”e del “No” alla fusione tra i Comuni di Este e Ospedaletto Euganeo sono arrivate ieri mattina a Palazzo Ferro-Fini, la sede veneziana del Consiglio Regionale del Veneto. A distanza di una settimana (25 novembre) dalla prima audizione del sindaco di Este Giancarlo Piva, la Prima Commissione regionale ha ascoltato i pareri di altri soggetti più o meno coinvolti nel processo di fusione.
A sostenere le ragioni del “Sì” vi erano nuovamente Piva (che non è intervenuto), i consiglieri comunali di Este Andrea Quadarella e Maria Luisa Cagnotto, il consigliere comunale di Ospedaletto Euganeo Fabio Vigato, i rappresentanti delle principali sigle sindacali (Cgil-Cisl-Uil) e quelli di alcune associazioni di categoria (Cna-Assindustria). Nelle fila dei contrari alla fusione erano presenti il consigliere ospedalettano Giacomo Scapin, la referente del comitato del “No” Maria Grazia Ginepri e l’ex sindaco di Ospedaletto Sergio Da Molin. A sorpresa a deporre è arrivato anche l’ex consigliere regionale Piergiorgio Cortelazzo, per il quale non esisterebbero i tempi tecnici per la fusione. Presente anche il consigliere atestino Carlo Zaramella, che ha chiesto ogni decisione in merito sia presa per evitare il rischio di commissariamento dei due Comuni.
Quella del commissariamento è un’ipotesi che tutti vogliono scongiurare, ma la situazione è ora totalmente in balia delle decisioni degli organi regionali. La Prima Commissione, che si occupa di politiche istituzionali, è chiamata a esprimere entro la prossima settimana un giudizio di meritevolezza sul referendum. In caso di parere positivo, la “patata bollente” passerebbe alla Giunta Regionale di Luca Zaia e successivamente al vaglio dell’intero Consiglio Regionale. Il tutto da fare in brevissimo tempo, visto che i comizi elettorali per le elezioni amministrative di maggio saranno indetti da un “commissario ad acta” il prossimo 24 febbraio. Il referendum, se convocato, dovrà quindi esserlo prima di tale data. Nel caso la legge sul referendum venisse approvata fuori tempo massimo, le elezioni primaverili verrebbero svolte separatamente nei due Comuni; i due sindaci eletti resterebbero in carica solo pochi mesi, fino al referendum d’autunno, con il commissariamento dei due enti fino alle nuove elezioni del maggio 2017.