Este dice sì al Piano Clima

Previste 34 azioni per aumentare la capacità del territorio di fronteggiare eventi meteorologici intensi, siccità e aumento delle temperature

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ESTE. Lo scorso 26 maggio il Consiglio comunale di Este ha approvato il Piano Clima. «La nostra è tra le prime città italiane a dotarsi di una strategia integrata contro i cambiamenti climatici – afferma l’assessore all’Ambiente Sergio Gobbo -. Il piano prevede 34 azioni che rappresentano i fondamenti e l’orientamento per le politiche da condividere con tutti gli attori pubblici e privati del territorio, in una prospettiva di futuro sostenibile».

Già nell’ottobre del 2014 Este era stata tra i primi firmatari a livello europeo del “Mayors Adapt”, iniziativa promossa dalla Commissione Europea. Determinante la presa d’atto di come i cambiamenti climatici, oltre a dover essere mitigati, necessitino di un adattamento. Da qui l’adozione di uno strumento che completasse il “Covenant of Mayors”, noto ai più come Paes (“Piano di Azione per le Energie Sostenibili”), lanciato sempre dalla Commissione Europea e di cui Este si era dotata dal 2013: ecco allora la seconda fase, il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, o più semplicemente Piano Clima. Nell’ottobre 2015 l’Ue ha poi ha fuso le due iniziative nel Paesc, innalzando gli obiettivi di mitigazione al 40% entro il 2030.

Il Piano Clima di Este, partendo dall’analisi dei dati climatico-ambientali territoriali, individua tre principali fattori di vulnerabilità: gli eventi meteorologici intensi e il bacino scolante, ossia la necessità di trovarsi pronti a piogge che si stanno diradando ma intensificando; la scarsità dell’acqua, ovvero dalla necessità di far fronte a lunghi periodi di siccità, come quello attuale; l’aumento delle temperature ed ondate di calore, anche queste del tutto attuali. Vengono quindi proposti progetti da sviluppare nel breve, medio o lungo termine in accordo con gli enti e le società che agiscono per competenza nello specifico ambito. Tra le azioni indicate interventi per migliorare la funzionalità della rete scolante e di quella di approvvigionamento idrico, la piantumazione di nuovi alberi e l’avvio di campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini. L’obiettivo ultimo è aumentare la resilienza, cioè la resistenza del territorio rispetto a questi tre “punti deboli”.