Giovedì 6 marzo, dalle ore 20, è andata in scena una nuova seduta del consiglio comunale di Este. Tra i temi caldi della serata, durata oltre tre ore e mezza, la situazione delle dipendenti della RSA Santa Tecla, l’approvazione delle due convenzioni tra i Comuni di Carceri, Este e Ospedaletto Euganeo e il pedaggio sulla nuova SR10.
NUOVO CONSIGLIERE – Il consiglio si è aperto con la nomina del nuovo consigliere dell’Italia dei Valori, con Andrea Dalla Valle al posto dell’abdicante Giovanni Guariento, che ha lasciato il proprio ruolo per motivi personali.
VIA VICENZA – Ha poi preso la parola Orietta Ravazzolo (Lega), secondo la quale è doveroso intervenire in tempi brevi per diminuire la pericolosità di Via Vicenza e migliorare la viabilità della strada, già teatro di alcuni incidenti. Pronta la risposta del vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Stefano Agujari Stoppa: “Abbiamo già contattato l’azienda che gestisce la pubblica illuminazione, entro settimana prossima avremo una risposta.“
SANTA TECLA – Sul presidio delle lavoratrici della RSA Santa Tecla nella rotatoria di Via Cesare Battisti che prosegue da ormai un mese, si è aperto il dibattito tra il sindaco Giancarlo Piva e Paola Goisis, consigliera del Carroccio. L’ex deputata ha preso le difese delle 54 dipendenti, molte delle quali con mariti disoccupati o in cassa integrazione. “Sono state sostituite da persone senza competenze professionali, la situazione è insostenibile” attacca. Replica Piva: “Ho chiesto all’ULSS la verifica dei requisiti dei nuovi dipendenti, i quali hanno ottenuto un punteggio di 9/10 nel test sulle competenze. Dispiace che il percorso fatto insieme sia stato vanificato dalla loro volontà di non accettare il nuovo contratto, ma rispetto la loro scelta. L’auspicio è che venga garantita la continuità e la qualità del servizio assistenziale agli ospiti della struttura, che non è un elemento residuale“. L’ultima parola spetta all’ex deputata, che conclude: “L’assessore regionale Ciambetti ha assicurato ulteriori indagini sul bilancio dell’azienda, se verranno riscontrate irregolarità questa potrebbe essere sottoposta a commissariamento o accreditamento. E’ inaccettabile che l’azienda mandi a casa i propri dipendenti per assumerne altri a basso costo, molti di questi extracomunitari.“
CONVENZIONI – Il focus si sposta poi sull’approvazione delle due convenzioni tra i Comuni di Carceri, Este e Ospedaletto Euganeo. La prima riguarda la gestione associata delle funzioni fondamentali per i Comuni al di sotto di 5.000 abitanti, come previsto dalla legge regionale n°18. Il sindaco Piva ha illustrato con l’ausilio di un powerpoint il piano di gestione associata di nove funzioni fondamentali, processo di convenzionamento destinato a concludersi entro la fine del 2014. La seconda si concentra invece sulla gestione congiunta dell’Ufficio tecnico tra Este e Ospedaletto. L’accordo, nel quale non rientra il Comune di Carceri, farebbe risparmiare circa 60.000 euro totali.
Per l’ex sindaco Vanni Mengotto “è positivo aver aggregato il lavoro. Il rapporto con Ospedaletto diventa molto interessante in vista del prossimo referendum per la fusione con Este, con la convenzione ci si gioca una bella fetta di credibilità.” Gianfranco Fornasiero (Pdl) ammira “lo sforzo, ma forse non è più possibile pensare a un progetto di convenzionamento in tempi così lunghi. E’ necessario che questi Comuni si fondano, i tempi sono maturi perché il legislatore dia corpo a misure più importanti.” A Fornasiero fa eco nuovamente Piva: “Per arrivare a questo accordo è servito un anno e mezzo, a causa dei tentennamenti dei piccoli Comuni. Serve una norma nazionale per unire le funzioni, ma l’incontro di settimana scorsa a Treviso, con il premier Renzi, è stata una mezza delusione: mi è stato detto che lo Stato non può sovrastare l’ente locale e levare dignità all’entroterra. Anche se la dimensione ideale per un Comune è di 30.000 abitanti, ed è quella che cercheremo di conseguire.” Le due convenzioni sono state approvate e rese immediatamente attuabili, entrambe con 12 voti favorevoli e 4 astenuti (Pdl + Lega).
COMITATI GEMELLARI – Sono poi state rese note le nomine per i comitati gemellari. Consiglieri: Andrea Dalla Valle, Paola Goisis, Andrea Quadarella. Civili: Luigia Businarolo (presidente delegato del sindaco), Erica Dal Monte, Vincenzo La Torre, Mirko Masiero, Walter Pieressa, Marta Roin.
PEDAGGIO SR10 – L’ultimo macroargomento della seduta è il discusso pedaggio sulla nuova Strada Regionale 10 (costo dell’opera: 250 milioni di euro), che legherebbe Monselice a Legnago e che porterebbe al nuovo ospedale unico dell’Ulss 17, a Schiavonia. I residenti nei Comuni attraversati dalla SR10 sarebbero esenti dal pedaggio solo per 2 anni, mentre per tutti gli altri il costo sarebbe di 0,05€/km. Di questo si è discusso alla conferenza dei sindaci della Bassa Padovana, alla quale ha partecipato anche Piva. E’ emersa la volontà unanime di non fermare la realizzazione dell’opera, ma anche di non rimanere passivi di fronte all’evolversi degli eventi. Per questo sono stati istituiti due tavoli di lavoro permanenti: il primo, composto dai 9 sindaci dei Comuni esentati per intero e da alcuni altri primi cittadini, seguirà lo stato e l’avanzamento del progetto; il secondo, formato dai rimanenti sindaci, avrà il compito di analizzare i percorsi strategici per arrivare all’esenzione totale dei residenti nell’Ulss 17.
Unanime anche l’indignazione dei consiglieri atestini. “La Regione ci ha abbandonato. Già il servizio ferroviario non si può definire tale, ora ci mettono il pedaggio su una strada chiesta per trent’anni” dice Luisa Cagnotto (Pd). Per Quadarella (Liste Civiche) “la situazione è già ora drammatica, la strada non può reggere. L’infrastruttura serve ma il pedaggio è una presa in giro bella e buona“. Mengotto nota invece come alla conferenza molti sindaci fossero giunti in ritardo o addirittura assenti, forse sintomo di scarso interesse. Particolare notato anche da Paola Goisis che commenta con un lapidario “chi è causa del suo mal pianga sé stesso. In ogni caso andare all’ospedale non è una scelta, è assurdo pagare un pedaggio.” Sergio Gobbo commenta con sarcasmo: “nella Bassa Padovana stanno rimanendo solo le aziende di smaltimento rifiuti. Se paghiamo, paghiamo per una bella strada, altrimenti è meglio restare così come siamo.” Per Francesco Panfilo (capogruppo Pd) è necessario stigmatizzare il comportamento dell’assessore regionale Chisso; sulla stessa linea il sindaco Piva, che attacca anche i Comuni del Montagnanese, rei di aver approvato alternative urbanistiche, e che conferma l’impossibilità di fermare l’opera: “Possiamo e dobbiamo intervenire nel mentre” conclude.
Giacomo Visentin
Questione Santa Tecla.
Fondazione S. Tecla oramai è da mesi che tiene banco nel territorio. La stanchezza delle continue azioni intraprese e la confusione che aumenta iniziano a pesare. Si ode solo una voce urlare (gli ex dipendenti ora in presidio) mentre la controparte accusa colpi di continuo rimanendo inerme e in silenzio. C’è chiesto il perché. Unico modo per dare una risposta (che consiglio a tutti) è quello di capire, dovendo aprire però la visuale a 360°. Sarebbe necessario ripercorrere il cammino risalendo all’anno 2000. Ci vorrebbero però infinite pagine per trattare il tutto e manca lo spazio qui per farlo. Giusto riprendere quindi alcuni punti su cui le risposte devono però essere altrettante chiare. Altri le posero, ma nessuno vi rispose nella giusta maniera richiesta. Esaminato il tutto quindi con attenzione, questo è quanto emerso ascoltando più e diverse fonti che hanno coinciso tutte nell’affermare quanto riportarono. Il tutto riscontrato!
************
Oggi in Fondazione è vero che lavorano delle loro colleghe e compagne di lotta che dopo il 6 gen. decisero di iscriversi alla lista, poi assunte, percependo così uno stipendio regolare da dipendenti e non socie di cooperativa (anche con limitazioni pesanti)? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Cosa sarebbe accaduto se anche le attuali del presidio si fossero iscritte? Considerando i numeri di assunzioni fatte dalla cooperativa al di fuori delle iscritte ex dipendenti della fondazione una buona parte di loro del presidio, oggi lavorerebbero a fianco di queste colleghe? Sarebbe stato così. Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
A chiusura della lista questa fu ancora prorogata per offrire un’altra opportunità, permettendo così ad altre loro colleghe di iscriversi. Oggi anch’esse assunte? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
E chi non superò la selezione? Sono state assunte tutte ugualmente? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Anche con fortissime limitazioni d’idoneità a lavorare? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Importanti opportunità perdute quindi che non furono colte e non si seppero cogliere queste date e che sono tutte riconducibili esclusivamente a un volere e scelta precisa espressa dalle ex lavoratrici del presidio.
Infatti sono loro stesse che dicono:
.
Avrebbero oggi potuto lavorare come le loro colleghe continuando a percepire uno stipendio da dipendenti, ma hanno preferito rimanere licenziate. Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Vi sono altri spunti emersi dall’intervista e vari interventi fatti dagli ex dipendenti che hanno portato a cercare degli altri o meno riscontri.
Mala gestione.
Si afferma che se S. Stefano chiudeva perché obsoleta e non a norma, già dal 2003 oltre 80 dipendenti sarebbero rimasti a casa e senza quelle opportunità che oggi furono loro offerte? Poco dopo anche i rimanenti della rsa sarebbero stati licenziati perché con numeri ridotti le spese sarebbero state maggiori delle entrate? Inevitabile la chiusura? Quindi la Fondazione sarebbe scomparsa? La costruzione quindi si rendeva necessaria? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Mobbing.
Si afferma come la Fondazione abbia documenti attestanti di percorsi avviati all’interno della stessa che lo smentiscono categoricamente e come le possibilità di affrontare il tema al solo sorgere, siano state date a tutti e infinite? Inoltre che un’ispezione compiuta a tal riguardo non lo abbia rilevato. Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Violazioni sindacali
Si afferma che non ve ne siano state. Infatti difficile vederne perché le tre sigle sindacali CGIL CISL UIl firmatarie hanno seguito tutto l’iter e le vicissitudini con molta attenzione. Se avessero riscontrato delle violazioni gravi sindacali certamente queste le avrebbero fatte risaltare immediatamente? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Contratto di solidarietà esteso a tutti
Si afferma come fosse stato impossibile estenderlo a tutti come volevano gli attuali licenziati? La solidarietà prevede infatti una riduzione di stipendi pari orari. Hanno detto che se si riduceva l’orario per tutti, la Fondazione sarebbe andata sotto lo standard previsto dalla regione (tot dipendenti rapportati agli Anziani presenti). Necessario sarebbe stato quindi assumerne altri per mantenere gli standard. Ma trattandosi di solidarietà impossibile assumere perché la legge non lo permette. Inoltre, oltre il 40% non voleva aderirvi per motivazioni personali. Ognuna avrebbe dovuto lasciare oltre 300 euro netti dalla busta paga per raggiungere la solidarietà necessaria? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Contratto di solidarietà esteso ad una parte secondo fungibilità sottoscritto in Provincia tra le parti (documenti visionati)
Si afferma che dopo innumerevoli passaggi secondo quanto previsto dalla legge 223/91 per esuberi, arrivarono a sottoscrivere a metà ottobre 2013 una solidarietà che prevedeva una riduzione di orario e stipendio. L’Assessore Barison (non è il caso della cooperativa Ancora questo) aveva chiesto e ottenuto per iscritto garanzie da Roma che trattandosi di fondazione e non Ipab o altra azienda, essendocene poche, di fondi da stanziare ce n’erano. Garantendolo personalmente. Da qui con l’intervento dell’Inps garantito portava a 750 euro al mese netto l’emolumento per lavorare 3 ore il giorno (Inps. sentirono la sede centrale e non un ufficio succursale). Tutti sarebbero rimasti all’interno a lavorare. Hanno rifiutato anche questo. Inoltre, sarebbero entrati nella verifica e attuazione come accordo tra le parti (innovazione e opportunità assoluta) nella Fondazione, sindacati e Sindaco. Seguendola nel suo cammino. Sarebbe stato così. Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Dicono:
… senza nemmeno essere a conoscenza della vera intenzione dell’ente riguardo a quante persone sarebbero state colpite da questo.
Si afferma che nella seduta prima della firma della solidarietà fu rilasciato un foglio in A 3 tabella excel con nomi, percentuali di riduzione orari, emolumenti corrispondenti a tutti i dipendenti coinvolti ecc. Questo all’interno della sede provinciale. Ebbero tutti tempo di visionarlo perché giustamente richiesto per farlo. Poi la volta seguente, dopo chiarimenti, si sottoscrisse l’accordo, che venne però lasciato in sospeso fino all’assemblea. Quindi il tempo vi fu tutto per approfondire nomi e modi e non vi fu inconsapevolezza. Del resto il 30 ottobre era dopo la metà e ogni dipendente per il giorno dell’assemblea era ben a conoscenza se vi faceva parte o meno, potendo decidere del suo futuro con il proprio voto. Cosa che poi avvenne con un palese no al fatto di aderire all’accordo e quindi percepire 750 euro per lavorare 3 ore al giorno. Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Dicono:
…non si può sostenere che una lavoratrice sia inidonea parziale quando fino a quel giorno prestava servizio regolare in turno “SAPA.
Si afferma che l’inidoneità sia diagnosticata dal Medico del Lavoro che non dipende dal datore di lavoro, ma da se stesso e quindi imparziale. Si afferma che a ogni lavoratore in possesso d’inidoneità sia stata rilasciata dalla fondazione una lettera molto chiara visionata nei suoi contenuti. In questo caso se qualcuno avesse compiuto ciò che non doveva vi sarebbero state, per quanto scritto, delle responsabilità dirette alla stessa dipendente che non avrebbe mai dovuto agire proprio e per effetto della sua limitazione. Se fatto sarebbe stato esclusivamente per una propria volontà e negligenza personale. Dovendosi rifiutare a qualsiasi richiesta avanzatale che nel caso fosse andata contro la sua inidoneità? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Dicono:
…in modo che si perdesse tutto il tempo di contrattazione, perché i termini sarebbero scaduti il 21 ottobre. …procedura di licenziamento in piena estate,
Si afferma al riguardo che l’assemblea fu indetta il 30 ottobre! E’ vero che il mancato accordo porta la data del 19 novembre. Da qui si capisce bene come il dire del 21 ott. non sia reale. Fino al 19 novembre tutto era ancora possibile. Quasi 30 giorni dopo il 21. Quindi non è vero quanto dice la signora. Ben oltre il periodo estivo se computati quindi i giorni previsti dalla procedura. Si afferma e conferma che la fondazione si rese sempre disponibile ad andare oltre i giorni previsti dalla norma pur di trovare una soluzione? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Dicono:
…Una volta giunti alla mediazione con il sindaco Piva, i lavoratori avevano proposto un accordo di amicizia, che consisteva nel prelevare all’incirca il 10% del proprio stipendio,
Si afferma che il 10% proposto non avrebbe risolto il problema all’origine. Inoltre facevano i conti anche per altri colleghi che per nulla volevano aderirvi. Oltre il 30/40% dei dipendenti si sono infatti rifiutati di aderire a questa deduzione. I licenziati del presidio hanno sempre parlato in nome di tutti, quando in verità così non era, dato che un altrettanto numero come il loro si è dissociato dagli stessi non volendone sapere di quanto facevano e dicevano. Rottura interna e contrasto palese peraltro riportato anche dai mass media. Nacque infatti il fronte del gruppo denominato La Fenice a confermarlo. Ciò nonostante continuavano a parlare anche per loro, inducendoli a scrivere per dissociazione. Nessuna adesione quindi da parte di tutti i dipendenti al 10%. Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Dicono:
… senza diminuire le ore di lavoro –non come sostengono in molti- ma l’ente, in giorno 23 luglio, ha rifiutato, in presenza del primo cittadino.
Per arrivare a ridurre l’emolumento senza ridurre l’orario c’è una procedura che trova infiniti ostacoli con possibilità in ogni momento di ricorsi da parte dei dipendenti che poi ci ripensino. Comunque si afferma che il primo cittadino diede addirittura due termini entro i quali i dipendenti tramite i sindacati avrebbero dovuto dare una risposta. L’ultimo coincise con i primi di luglio. Ci sono verbali che lo affermano sottoscritti. Il Sindaco ha, come da accordi presi tra tutti, chiuso il tentativo perché non si era arrivati a nessun accordo appunto ai primi di luglio, consapevoli ognuno che la procedura sarebbe stata quindi avviata. E fu quindi avviata la procedura peraltro preavvisati dell’invio prima che avvenisse lo stesso. Impossibile la riduzione al 10% come proposta. Vedersi sopra. Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Dicono:
…. Tutto ciò è stato orchestrato poiché, con un contratto del genere, non si sarebbe potuto licenziare chi si voleva.”
Si afferma. Se avessero le dipendenti accettato il contratto, sarebbero rimasti tutti all’interno e non si sarebbe licenziato nessuno. Se sono presenti in rotatoria è perché risulta siano stati loro a volerlo. Se si volevano licenziare non si sarebbero cercate infinite alternative per evitarlo lasciando a loro poi decidere cosa volevano fare del loro futuro. Lo avrebbe deciso se voluto, la fondazione stessa, cosa che non avvenne. Se avessero accettato l’accordo di metà ottobre infatti sarebbero rimaste tutte all’interno. Se la Fondazione le voleva fuori, avrebbe detto di no fin da subito a ogni alternativa e proposta così certa che quanto assurdamente affermano si sarebbe sicuramente reso concreto. Invece auspicava e sperava fino all’ultimo, che l’assemblea del 30 ottobre accettasse perché tutti rimanessero. Cosa che non avvenne. Non per volontà quindi della fondazione che secondo loro le voleva fuori, ma per la loro stessa volontà di rimanerci fuori. Se dicevano sì nell’assemblea del 30 ott. sarebbero rimaste tutte all’interno. Cosa che la fondazione appunto voleva? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Dicono:
… “Questa procedura di esubero” precisa il sig. Gabriele “è assolutamente irregolare a nostro avviso, poiché non ci sono ospiti in meno.
Si afferma che la variabile ospiti è una variabile che è sempre altalenante. Non è mai assicurata. Il problema non erano e sono gli ospiti e loro presenza che certamente conta, ma altri fattori incidenti di natura ben diversa. Dicasi costi e oneri. Ampliamente illustrata da oltre un anno dalla fondazione? Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Dicono:
… Sono stati investimenti sbagliati, che la direzione avrebbe dovuto coprire anche attingendo alla curia, se necessario, ma non facendo pagare i lavoratori: si chiama ‘rischio di impresa’.
Si afferma che chiuderebbero più della metà delle aziende Italiane considerando gli infiniti bilanci in perdita. Non parliamo poi delle ipab. Per quanto concerne il rischio di impresa la storia economica e giurisprudenza offre infinite tesi al riguardo rientrando poi queste in molti ambiti di natura anche politica e di filosofie di sistemi, che per brevità qui non si aprono quali altri temi. Lo Stato dovrebbe essere quindi garantista non solo delle sue aziende, ma anche delle imprese private? Quelle che per rischio di impresa chiudono? Alitalia un esempio tra gli infiniti? Se fosse questo vero tutte le imprese diverrebbero statali e pubbliche. A questo punto sembrerebbe, se così fosse, che si parli di una realtà similare di uno stato che come sistema è decisamente e miseramente fallito qualche decennio fa. Si potrebbe comprendere però il perché di questa tesi esposta osservando attentamente tra le righe? E perché si parla quindi di volere un ritorno al pubblico della fondazione? Ovvero che il rischio di impresa ricada al pubblico. Ma chi sarà mai il pubblico? Il pubblico siamo noi. Quindi il rischio di impresa, le perdite ecc. le paghino con le tasse il solito cittadino. Garantiti così di certo tutti i posti di lavoro pagati con le tasse dei cittadini oltre che dalle rette. Le difficoltà della fondazione tornando al pubblico come si chiede, si scaricheranno sul pubblico. E nessuno, come altre realtà, la vuole perché ognuno di debiti ne ha già molti di suoi. Basti vedere cosa sta avvenendo nelle diverse ulss o altre realtà. Bisognerebbe che ognuno provasse mettendosi in gioco. Puntare il dito è sempre facile e ben diverso rispetto che puntarselo? Ci sono stati dipendenti licenziati che si sono uniti in cooperative dagli stessi gestite per lavorare mettendosi in gioco. Riuscendoci benissimo. Importante crederci avendo però la voglia di fare?
Dicono:
… Questa situazione è scandalosa dall’inizio, si è ravvisata una complicità morale tra sindacati confederali, dato che hanno preferito la contrattazione alla lotta.
Si afferma da questo dire che al tentativo di trovare una via che fosse di mediazione, meglio sarebbe stato intraprendere subito una lotta senza ma e senza se, quale sicura soluzione? E se la legge 223/91 prevede la contrattazione, meglio violarla, preferendo a questa la lotta? Difficile comprendere tale procedura esplicitata se così fosse. Del resto a decidere di non cogliere tutte le opportunità loro offerte alla fine sono stati proprio i dipendenti e nessun altro. Quindi di cosa si parlerebbe se alla fine i dipendenti e solo loro hanno deciso? Non i sindacati. Perché anche a volerlo era già stato firmato l’accordo e avrebbero potuto i sindacati obbligare tutti a farlo valere e rispettare, indipendentemente dall’assemblea. Solo poi a chi non fosse andata bene, la scelta di uscire. Invece i sindacati hanno giustamente lasciato ai dipendenti decidere. Solo dopo il no, l’hanno rescisso pur potendolo non fare. E chi attento si accorgerà che il cd “lotta” e quanto sta avvenendo è esattamente ciò che l’anno scorso fu attuato. Unica differenza, per ovvie ragioni, sta nel presidio, due scioperi, qualche megafono, le lenzuola colorate, e i cortei. Sì. E’ vero. Questo è stato riscontrato ed è riscontrabile da chiunque!
Dicono:
… Come si risolverà, dunque, tutta questa faccenda? Il signor Raise ci spiega che in molti altri paesi, come per esempio a Vicenza, la regione in tempi brevi ha commissariato, ma l’ente non era di tipo ecclesiastico. Sostiene, dunque, che la regione sia tenuta in scacco dal vescovo. … “Ovviamente la richiesta di commissariare è già arrivata in regione;
Al momento potrebbe essere invece che di fronte ad una regolarità dimostrata esistente della Fondazione impossibile oggi forzatamente sconfessarla perché porterebbe la regione e altri a doverne poi rispondere per un abuso del suo potere amministrativo e di verifica? Un dubbio non di poco conto questo! Se così fosse a pagare poi non sarebbero di certo i politici, ma i soliti contribuenti.
Dicono:
… secondo il difensore civico è obbligatorio lo scioglimento del CDA (Consiglio di Amministrazione, ndr)” dice il sindacalista USB.
Il difensore civico regionale ha competenze ben precise. Internet è molto di aiuto nel chiarirlo per chi desideri farlo. Non può assolutamente intromettersi nel privato dovendo lui farlo nell’ambito amministrativo regionale per fatti e atti che abbiano coinvolto il cittadino che l’ha interpellato e la regione inadempiente su procedure e compiti regionali che l’hanno visto coinvolto sempre che riguardi il pubblico. Così vale anche per il caso di altri ispettori. Lo avesse fatto, e non si riesce a reperire quella nota, le implicazioni gli sarebbero notevoli per lui se fosse uscito dal suo mandato. Certo ogni pensiero espresso anche se non di propria pertinenza, diviene utile ai fini puramente di scalpore mediatico, ma non nella sostanza e formalità. Giusto chiarire che la vertenza tra la fondazione e una parte di dipendenti, è una vertenza purtroppo tra le tante che coinvolgono datore e dipendente. Fosse stata pubblica sarebbe stata una cosa, ma è privata. E il difensore se entra nel privato, facilmente andrebbe fuori dal mandato?
Dicono:
…presenteremo denuncia penale e un esposto per chiedere alla magistratura di fare chiarezza.
Si afferma che già ci ha pensato a fine settembre un assessore (e chi più di lui) e che sono stati infiniti gli esposti, denunce, lettere anonime, ricorsi al penale presentati alla procura (magari anche l’altro ieri???) e a tutti gli organi di controllo, continuamente e incessantemente e che continueranno sempre da altrettanti infiniti per innumerevoli motivazioni. Si afferma che per ognuna o gruppo coincidente per la stessa motivazione, vi siano state altrettante ispezioni, i cui risultati sono stati tutti regolari. Non è difficile crederci. Altrimenti immediatamente viste le conoscenze se ne sarebbe sbandierato l’esito. Ci sono da porsi vari quesiti quesiti al riguardo. Perché tutto quest’accanimento verso la fondazione e perché i cittadini devono pagare questi ingenti costi che lo stato deve sostenere per le innumerevoli continue richieste di interventi delle autorità contro la stessa? Molti altri centri residenziali, ulss ecc hanno eseguito queste operazioni o altre, eppure nessuno se n’è interessato. Perché? Come mai la Procura e altri non iniziano ad approfondire invece cosa e chi effettivamente ci sia dietro a tutto questo e le effettive ragioni? Perché dei dipendenti oggi si trovano nella strada avendo preferito questo piuttosto che continuare a lavorare per 750 euro netti tre ore il giorno? Un altro centro residenziale in tutto questo c’entra qualcosa poichè si sentono voci di strani coinvolgimenti? Come mai alcuni non guardano e ascoltano anche la maggioranza composta di persone coinvolte come gli oltre 400 famigliari presenti all’interno e dipendenti e Anziani? Utile farlo e si comprenderà riscontrando. Sono ben altre le domande da doversi porre forse? Non è che le indagini dovrebbero quindi essere avviate prima che poi non a senso unico, ma anche a doppio senso, coinvolgendo quindi anche gli accusatori e organizzatori e altri?
Si afferma infine che di fronte a tutto questo a gennaio, la fondazione abbia superato il difficilissimo accreditamento di fronte a 4 valutatori e la regione da poco l’abbia quindi accreditata. Non riscontrato e riscontrabile!
Se fosse, e sicuramente non è e sarà, qualcosa quindi non tornerebbe se da un lato, visto quanto detto contro la stessa, vi siano continue risposte del tutto positive e contrarie come in quest’ultimo caso dell’accreditamento deliberato dalla giunta regionale? Sarà poi vero? Perché se così fosse tutto l’impianto degli ex dipendenti della rotatoria troverebbe un altro contraccolpo non da poco a ciò che dicono. Si capisce dai riscontri loro come vogliono vedere chiusa la fondazione per altri motivi tentando diverse strade come ad esempio adducendo a un servizio scadente, mala gestione, mobbing e più. Promuovendo ispezioni continue con costi elevatissimi per la comunità. E questa otterrebbe di fronte a tutto ciò che affermano addirittura l’accreditamento? Laddove al momento per ogni istanza presentata e ispezione da poco uscite hanno dimostrato che quanto affermano non è vero visti gli esiti regolari?
Tanti riscontri fugano pertanto le affermazioni riportate. Per scoprire se siano o no vere basta fare come è stato fatto. Chiedere ai molti e verificare i documenti. Basta chiacchiere, solo fatti e documenti. Da questi i riscontri che hanno dimostrato come siano solo parole. Poi si dica pure ciò che si vuole. Importante è sempre verificare. Come qui è stato fatto.
Altri approfondimenti su S. Tecla dimostrano come le consuete bugie risiedano anche per quanto riportato dalla consigliere Goisis Lega.
Afferma: <>
In merito sulle irregolarità dei bilanci su cui già in molti hanno fatto verifiche per quanto si è visto nei diversi siti riportati e risposte date e per quanto evidenziato sempre dalla nota del 1 ott a firma dell’ufficio controllo atti, poco ci sarà ancora da dire essendosi tutto definito dimostrando la regolarità degli stessi.
Si nota come la consigliere Goisis dimostri di essere mal informata (o imbeccata) dato che molti degli stessi dipendenti “lasciati a casa”, di fatto a casa mai ci sono stati perchè iscrivendosi alla lista oggi lavorano all’interno a differenza degli altri che non lo hanno voluto fare e si trovano quindi in rotatoria per una propria scelta oramai da tutti compresa. Ci lavorano anche coloro che non superarono. Ed è un fatto comprovato.
Infine quando parla di basso costo, ancora una volta afferma le consuete falsità per far clamore e scalpore. Purtroppo per lei e tutti questi, la verità è emersa il 17 di marzo. Ho atteso per capire quanto fosse vero, e facilmente osservando e sentendo le dipendenti, tutte sono rimaste felici dello stipendio perchè praticamente uguale al precedente.
Brave.
Cosa vi siete perduto.
La possibilità di arrivare alla pensione e percepire uno stipendio intero continuando a seguire gli Anziani di cui mai parlate. Non solo quindi avevate rifiutato le 750 euro al mese per tre ore al giorno lavorate, ma anche lo stipendio pieno lavorando ancora come oggi lavorano le vostre colleghe oggetto come voi di esubero perchè licenziate. Da ripetersi. meglio lavorare lottando, che lottare senza lavorare?
Altre assurdità quindi messe in giro appositamente, dove si diceva addirittura che avrebbero percepito dalla cooperativa 700 euro al mese private tutte dei loro diritti?
Complimenti, una ennesima bella figura fatta che era, accanto a molte altre, preferibile evitarsi. Altra credibilità perduta quindi, accanto a quella già notevolmente persa.
Rimango pure allibito che una persona che stimo quale la Goisis si sia prestata a questo senza nemmeno approfondire chi siano e chi stia difendendo effettivamente. Non ha visto la foto della catena di traverso e cosa questa avrebbe significato per la vita degli Anziani?
Da tutto questo si comprende perchè oramai qualunque cosa dicono, fanno o faranno non troverà più consensi in quanto alla fine…
LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE.
NO.
CORTISSIME!
Importante sarebbe sempre (prima di sparlare a vanvera) verificare. Come qui è stato fatto!
Comments are closed.