Il partito
+Europa (letteralmente “Più Europa”) è una lista europeista nata lo scorso novembre e promossa dal partito liberale Forza Europa e dai Radicali Italiani. Al centro del progetto del nuovo partito c’è il rilancio dell’integrazione europa e l’idea di dare vita agli “Stati Uniti d’Europa”. La lista è guidata da Emma Bonino, storica leader radicale, ma ne fanno parte anche politici liberali di varia estrazione e una piccola delegazione di Centro Democratico, il partito di Bruno Tabacci che alle elezioni politiche del 2013 faceva parte della coalizione “Italia Bene Comune”. A queste elezioni +Europa è alleata del Partito Democratico e delle altre forze (Insieme e Civica Popolare) che compongono la coalizione di centrosinistra.
Il programma
Il programma della lista +Europa, pubblicato sul sito ufficiale e consultabile integralmente cliccando qui, consta di otto sezioni tematiche, ovvero +Diritti, +Sostenibilità, +Crescita, +Sapere, + Efficienza, +Unione, +Equità, +Lavoro. In sintesi:
- Diritti: strategie di legalizzazione e regolamentazione dell’uso delle droghe; sostegno allo ius culturae come il modello per la riforma della legge sulla cittadinanza; impegno a discutere le proposte di legge in tema di fine vita; riforma del diritto di famiglia nella prospettiva di superare le discriminazioni in materia di matrimonio, unione civile,
adozione, riconoscimento automatico dei figli alla nascita e opportunità dei figli di genitori separati; istituzione di un’agenzia nazionale autonoma e indipendente per la tutela dei diritti umani; modifica della legislazione italiana in materia di immigrazione con superamento della legge Bossi-Fini e adozione esclusiva del modello Sprar. - Sostenibilità: costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile nel lungo periodo con riduzione delle emissioni-serra e dell’inquinamento dell’aria; disincentivi di mercato all’uso di fonti inquinanti e introduzione di una carbon tax; uscita dal carbone entro il 2025 e raggiungimento del 55% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030; congelamento della spesa pubblica in termini nominali per la durata della prossima legislatura insieme a una rimodulazione delle tasse con taglio delle aliquote sui redditi di persone e imprese e riduzione della spesa fiscale.
- Crescita: privatizzazione delle imprese pubbliche che operano in mercati concorrenziali e corrispondente processo di liberalizzazione anti monopoli privati; superamento dell’attuale assetto proprietario delle banche; messa in gara dei servizi pubblici locali; diminuzione dell’esposizione delle aziende verso le banche, favorendo l’ingresso nel
capitale dei grandi player continentali, fondi di investimento e assicurativi, crowdfunding. - Sapere: investimento in ricerca del 3% del Pil nazionale in un’Unione Europea che partecipi per un terzo con il bilancio federale alla spesa complessiva per la ricerca in Europa; istituzione di un’agenzia per la ricerca per indirizzare in modo strutturale e permanente gli investimenti; estensione dei criteri di valutazione della Buona Scuola ai dirigenti scolastici; rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro con tutor territoriali; abolizione del valore legale del titolo di studio; ampliamento del programma Erasmus.
- Efficienza: previsione di un dirigente amministrativo che affianchi o, in alcuni casi, sostituisca il magistrato responsabile dell’ufficio nell’amministrazione delle risorse e nella gestione operativa; ripensamento della giurisdizione speciale tributaria; separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante; abolizione dell’ergastolo; introduzione di sistemi di valutazione obbligatori e accessibili a tutti per le prestazioni, i servizi e le strutture sanitarie in tutto il Paese; varo, entro i primi 100 giorni del nuovo governo, di una legge quadro per l’attuazione di tutte le direttive europee non ancora attuate e il superamento di tutte le violazioni che oggi costituiscono oggetto di procedura di infrazione.
- Unione: Europa come “federazione leggera”, spostando al centro federale funzioni di governo oggi svolte dagli Stati membri e le relative risorse per svolgerle come redistribuzione sociale e regionale, ricerca scientifica, reti trans-europee, controllo delle frontiere, diplomazia (inclusi aiuti allo sviluppo e aiuti umanitari), difesa (esercito europeo); potenziare il mercato comune; oltre ai dazi, introduzione di un’aliquota Iva di circa 20% sulle importazioni extra Ue e una corporate tax europea armonizzata.
- Equità: difesa della riforma Fornero; introduzione a favore dei giovani neoassunti fino a 35 anni forme strutturali di decontribuzione di parte degli oneri sociali da destinare alla previdenza integrativa; aumento della quota del Fondo Sociale Europeo destinata all’accesso al lavoro e all’inclusione sociale; drastica riduzione delle imposte dirette attraverso un abbassamento delle aliquote marginali e medie per tutti i contribuenti; semplificazione dell’Irpef in tre aliquote: 20% fino a 40 mila euro, 30% fino a 60 mila e 40% oltre i 60 mila (Ires al 20%); rimodulazione dell’onere fiscale verso le imposte indirette e l’abitazione principale.
- Lavoro: costruzione di un vero mercato del lavoro europeo, interdipendente e integrato, sperimentando forme di apprendistato e mobilità formativa a livello continentale; introduzione di una forma di sussidio di disoccupazione europeo; riforma dei centri per l’impiego; estensione delle agevolazioni per i regimi dei minimi ai titolari di partita Iva fino a 60 mila euro di fatturato e alleggerimento dell’imposizione fiscale per tutti; revisione del sistema degli ordini professionali.
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