Elezioni, ecco L’altra Este: “Sogniamo una città solidale e sostenibile”

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Il logo di "L'Altra Este"
Il logo di “L’altra Este”

Continuano all’ombra della Porta Vecchia le manovre politiche in vista delle elezioni amministrative di giugno. Alcuni giorni fa ha mosso i primi passi anche “L’altra Este”, lista civica che vuole fare dell’impegno sociale e ambientale uno dei pilastri della propria azione. “Siamo un gruppo di amici convinti che, a livello atestino, il cambiamento non potrà che arrivare dai cittadini che si organizzano in maniera efficace, con competenza, idealità e pragmatismo attorno a un programma convincente” spiegano i fondatori, il cui obiettivo è quello di costruire una città “solidale e sostenibile, dove i diritti alla salute, alla bellezza, al lavoro e all’ambiente siano rispettati da tutti e per tutti.”

Numerose le questioni indicate come cruciali: dalla futura destinazione dell’area del vecchio ospedale atestino e dello stabilimento Cementizillo fino alla governance di Sesa, passando per l’emergenza povertà, le piste ciclabili e la qualità della vita. Partendo da questi temi, secondo “L’altra Este”, è possibile creare “un progetto alternativo alla politica cittadina”, considerata “svuotata e autoreferenziale”, per scrivere un nuovo futuro senza dimenticare “il legame con la nostra storia.” Essenziale sarà, allora, coinvolgere l’elettorato: “Nelle prossime settimane promuoveremo incontri e faremo rete con le associazioni e i comitati ma anche con i singoli cittadini che in questi anni hanno cercato pratiche ecologiche ed economie altre, che in silenzio lavorano e producono da tempo nuove relazioni sociali nel nostro territorio. Organizzeremo pubbliche assemblee sulle più importanti problematiche atestine per scrivere collettivamente il nostro programma, la nostra idea di città, la strada per il cambiamento.”

Il gruppo è già sbarcato su Facebook e ha presentato il proprio logo, scelto fra tre possibili opzioni dopo una consultazione collettiva, annunciando anche la prossima apertura di un blog. “Sogniamo ad occhi aperti? Forse, ma ne sentiamo la necessità. Il grigiore e la nebbia che ci circondano, non solo in senso metaforico, sono imperanti. Per questo sogniamo una città diversa, per l’appunto altra.”