MATTEO RENZI: Giovedì 13 febbraio si è tenuta in Largo del Nazareno a Roma la Direzione Nazionale del Partito Democratico, dalla quale è emersa la sfiducia verso il premier del Pd Enrico Letta: la decisione è stata votata da 116 voti favorevoli, con soli 16 contrari.
Il promotore di questo profondo cambiamento, volto a rinnovare il governo e il suo operato, è stato Matteo Renzi, argomentando così questa sua proposta: “Siamo in una palude, serve una fase nuova.”
Il giorno seguente, il 14 febbraio, Enrico Letta è salito al Colle per consegnare le sue dimissioni, generando la crisi di governo.
Nella mattinata del 17 febbraio, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha convocato al Quirinale Matteo Renzi conferendogli l’incarico di formare il nuovo governo. L’ormai ex-sindaco di Firenze, al termine del colloquio con Napolitano, ha espresso la volontà di voler svolgere senza fretta le consultazioni con i vari gruppi parlamentari, al fine di poter costruire una solida maggioranza per poter lavorare ininterrottamente fino al 2018.
Gli incontri con le varie rappresentanze si protrarranno per tutta la settimana e quindi solo all’inizio della prossima verrà svelato il nuovo esecutivo, con la conseguente nomina di Matteo Renzi a Presidente del Consiglio.
POSIZIONI DEI DIVERSI PARTITI: Nonostante le consultazioni parlamentari del neo-premier Renzi siano ancora in corso, i diversi gruppi in Parlamento si sono già arroccati su diverse posizioni: M5S e Fratelli d’Italia hanno dichiarato di non voler prendere parte al nuovo governo, manifestando davanti al Quirinale poichè il governo Renzi è il terzo mandato assegnato da Napolitano senza il voto dei cittadini e quindi chiedendo votazioni immediate; il M5S, dopo un sondaggio online fra gli iscritti, ha annunciato che prenderà parte alle consultazioni (in diretta streaming), alle quali presenzierà anche Beppe Grillo.
SEL ha espresso la volontà di non voler prendere parte al nuovo esecutivo; il leader Nichi Vendola ha motivato questa decisione affermando: “Siamo indisponibili a partecipare o a contribuire alla nascita di un governo che si fondi sul compromesso tra parti di centro, sinistra e destra.”.
Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha dichiarato che il suo partito rimarrà all’opposizione, vista la lontananza esistente fra le posizioni euro-scettiche del Carroccio e quelle del PD e di Renzi.
Forza Italia, già presente al Quirinale sabato 15, ha dichiarato che non entrerà a far parte della maggioranza ma dall’opposizione lavorerà in maniera responsabile e costruttiva per il Paese.
A sostegno del nuovo governo vi sono il Nuovo Centrodestra (il più grande fra i partiti che sostengono la coalizione di maggioranza), Scelta Civica, il PSI (Partito Socialista Italiano) e il GAL (Grandi Autonomie e Libertà), garantendo quindi a Renzi i numeri per governare.
Davide Grigatti