Dal Senato alla marijuana, dai manager pubblici alla Lega Nord – Italian Outlook

0
509
renzi+boschi
RIFORMA DEL SENATO: Lo scorso 31 Marzo, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro per le riforme e i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi hanno annunciato il contenuto del disegno di legge che prevede la riforma della Costituzione. Esso si basa fondamentalmente su cinque punti: la trasformazione dl Senato della Repubblica in Senato delle Autonomia, riduzione del numero dei parlamentari, riduzione dei costi di finanziamento delle istituzioni, soppressione del CNEL e revisione del Titolo V della Costituzione.
Vediamo brevemente a cosa porterebbe questa riforma: il Senato delle Autonomie rappresenterebbe direttamente le Istituzoni territoriali (Regioni e Comuni) in quanto i nuovi 148 senatori (più che dimezzati rispetto agli attuali 315) sarebbero costituiti da 127 rappresentanti dei consigli regionali e comunali e da 21 nomine dirette del Presidente della Repubblica; la fiducia al Governo verrebbe data solamente dalla Camera dei Deputati e anche le leggi verrebbero approvate solo da quest’ultima; il Senato delle Autonomie potrebbe svolgere la funzione legislativa solo in merito al coordinamento Stato-Regioni riguardo l’immigrazione, l’ordine pubblico e la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico; si eliminerebbe il CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro) organo fondato nel 1957 e dismesso poiché si ritiene siano venute meno le condizioni per cui era stato creato (consiglio alle cariche istituzionali in merito all’economia e al lavoro e legiferazione in questi ambiti); vi sarebbe una divisione del Titolo V della Costituzione con l’eliminazione delle province.
madia
RIFORMA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: “In Italia ci sono troppi dirigenti, troppo anziani, che non ruotano e per i quali si è formata una giungla retributiva che non risponde né a criteri meritocratici né a elementi oggettivi.” Così il Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia da l’incipit ad una sua intervista, rilasciata al Corriere della Sera il 29 marzo scorso. La giovane ministro in queste settimane deve trovare delle soluzioni per gli sprechi della Pubblica Amministrazione e con un’operazione volta a tagliare gli stipendi dei funzionari punta a raccogliere i 500 milioni di euro richiesti dalla spending review del commissario Cottarelli. Non solo tagli, è difatti nelle intenzioni del Ministro Madia una riforma che prevede nuove modalità di nomina dei dirigenti pubblici e nuovi metodi di retribuzione per questi ultimi: ad assunzioni basate su concorsi pubblici viene affiancata una mobilità forzata ma anche la durata massima in un determinato incarico per non più di tre mandati e una retribuzione annua massima che passerà dai 311 mila euro lordi attuali a una di 239 mila euro (comprensivi di vitalizi e bonus calcolati sulla base dell’attività svolta). Al centro della riforma della Pubblica Amministrazione però vi sono anche i dipendenti pubblici: dalle analisi contenute nella spending review in Italia sono attualmente presenti circa 85 000 dipendenti pubblici in esubero. La Madia per provare a trovare una soluzione ha proposto di introdurre un prepensionamento per i lavoratori più avanti con l’età e di sostituirli con giovani lavoratori che magari potrebbero coprire più ruoli. Proprio quest’ultimo punto è stato il centro di un “dibattito interministeriale” fra la Madia e il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, contraria ad un vasto prepensionamento.

salvini

DECRETO SVUOTACARCERI: È prevista per la mattinata di mercoledì 2 aprile la votazione finale presso la Camera dei Deputati del Decreto Svuotacarceri, già approvato dal Senato in data 19 febbraio. Con questo decreto legge il Governo mira a diminuire il numero dei detenuti, in seguito alle ammonizioni dell’UE,  tramite la depenalizzazione di alcune norme e attraverso misure alternative alla detenzione per i condannati ad una pena inferiore ai quattro anni: per i reati di possesso e coltivazione di marijuana (in piccole quantità ovviamente) è previsto un passaggio del reato dal penale all’amministrativo; la preferenza per i lavori socialmente utili per i condannati ad una pena inferiore ai quattro anni, per l’utilizzo del braccialetto elettronico nella detenzione domiciliare e per un espulsione di tutti i clandestini sottoposti a misure restrittive in seguito a reati penali. Sempre all’interno del decreto Svuotacarceri è posta una norma che prevede l’eliminazione del reato di immigrazione clandestina. Proprio quest’ultima tematica ha fatto infuriare i parlamentari della Lega Nord: “La Lega non si arrende”, così ha commentato la votazione del decreto il segretario del Carroccio Matteo Salvini, promettendo una dura opposizione insieme a Fratelli d’Italia.

Davide Grigatti