MEGLIADINO SAN VITALE. L’esito del referendum consultivo per la fusione nel nuovo Comune di Quattroville ha conseguenze pesanti su Megliadino San Vitale, l’unico dei quattro Comuni ad aver espresso parere contrario – il 62% dei votanti, con Megliadino San Fidenzio, Saletto e Santa Margherita d’Adige largamente favorevoli – sulla possibile aggregazione. Sette consiglieri comunali, quattro di maggioranza e tre di minoranza, hanno presentato mercoledì mattina le proprie dimissioni immediate: si tratta del vicesindaco Filippo Costantin e dei consiglieri Davide Chiarello, Elisa Stevanato e Silvano Turato per la civica di maggioranza “Nuove prospettive”, di Samuele Danese e Tiziano Bianchin, esponenti di “Dignità e rispetto per San Vitale”, e della consigliera di “Nuovo Megliadino” Giorgia Martinelli.
L’uscita di sette consiglieri sugli 11 aventi diritto di voto in Consiglio – sindaco incluso – ha automaticamente determinato lo scioglimento dell’assemblea comunale e il decadimento dell’amministrazione guidata da Silvia Mizzon. A Megliadino San Vitale arriverà ora un commissario prefettizio, che terrà le redini del Comune fino alla prossima tornata elettorale, nella primavera del 2018. Resta da capire se il sindaco che i cittadini saranno chiamati a scegliere sarà quello di San Vitale o di Quattroville: sarà la Regione a pronunciarsi nei prossimi 60 giorni e a decretare l’eventuale fusione a quattro o, nel caso venga tenuto conto della contrarietà di San Vitale – a chiedere una veloce ripetizione dell’iter, ma questa volta con tre Comuni. La naturale scadenza del mandato elettorale della Mizzon sarebbe arrivata nel 2019.
«Ci siamo dimessi in coerenza con in nostro voto favorevole alla fusione sia in Consiglio sia al referendum» hanno fatto sapere i sette consiglieri. «Verificato che solo dalle urne di San Vitale l’esito è stato contrario alla fusione, ed essendo noi consiglieri di questo Comune, ne prendiamo atto e rimettiamo il mandato, non essendo noi attaccati alle poltrone come qualche altro consigliere che spingeva per il termine naturale del Consiglio. Segnaliamo il comportamento incoerente del sindaco Mizzon che in Consiglio comunale ha portato la delibera di fusione, l’ha votata a favore e poi ha sostenuto il fronte del no dalle retrovie, millantando invece una sostanziale neutralità».
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