
È notizia di questi giorni la volontà di Michelin di chiudere il magazzino logistico di Tribano entro il 2017, stabilimento che dà lavoro a 28 dipendenti della multinazionale francese e a un’ottantina di addetti alla logistica di società esterne. La chiusura del sito tribanese, inaugurato nel 1998, è uno dei punti salienti del piano strategico 2016-2020 del colosso degli pneumatici.
Sulla vicenda è intervenuto Roberto Bazzarello (Forza Italia), capogruppo di opposizione in Consiglio Comunale. «È una triste notizia per il nostro territorio, ma lo è ancora di più la preoccupazione per il destino dei 28 dipendenti del nostro Comune, per gli altri nelle altre Regioni e per tutto l’indotto» commenta amaro Bazzarello, vice-presidente di Forza Italia in Anci Giovani Veneto e rappresentante di Anci al Tavolo di Sviluppo della Regione Veneto. «L’effetto della crisi e della delocalizzazione della produzione sta portando molte aziende ad abbandonare gli edifici in Italia, a delocalizzare il personale e a trasferirsi all’estero. Il Nord-Est si sta riducendo ad essere un treno dove i vagoni rimangono vuoti e il territorio diventa un deserto di cemento. In un periodo in cui il Governo Renzi continua a dire agli italiani che la crisi è finita e l’Italia sta ripartendo, queste notizie fanno capire che la realtà è ben diversa dai proclami del Partito Democratico».
La preoccupazione del 28enne consigliere comunale è motivata anche dall’imponenza della struttura, che se abbandonata rischia di diventare «un mostro di cemento da 22mila metri quadrati senza un futuro». Bazzarello ha già pronta la ricetta per evitare la chiusura del centro logistico: «È necessario creare al più presto un tavolo con l’azienda per capire qual è il piano strategico, ma soprattutto per salvare il polo e i lavoratori. Gli scioperi non servono: serve una strategia comune per convincere Michelin a non investire 180 milioni di euro in Italia per realizzare nuove sedi, ma a salvaguardare quelle esistenti. Iniziando da Tribano».
